Database Building: primo passo per un email marketing efficace.
Il Database Building è fondamentale per dare inizio ad una corretta ed efficace attività di mail marketing, che a sua volta deve essere integrata alla strategia di marketing e di comunicazione del brand. Soprattutto per chi possiede un sito web e fa e-commerce, sicuramente l’invio costante e coerente di comunicazioni informativi e/o commerciali permette di tenere sempre attivo il rapporto con il cliente, o potenziale tale, aumentando le probabilità di conversione, nonché di acquisto.
Non basta mandare una comunicazione ad un elevato numero di email, senza investire preventivamente tempo e risorse nella costruzione di un Database che sia qualitativamente valido.
La qualità e la corretta profilazione dei contatti sono la chiave per fare database building e avviare una produttiva attività di mail marketing.
Cos’è il Database Building?
Come già anticipato in questo articolo (leggi qui) il mail marketing è fondamentale sia per accrescere la reputazione del brand, sia per migliorare la performance delle vendite. La prima cosa da fare però rimane la creazione di un database di contatti di qualità e profilati.
Sicuramente la costruzione di un Database inizia con la raccolta di indirizzi email o numeri di telefono forniti dal diretto titolare, il quale darà il suo consenso all’utilizzo di questi dati per ricevere qualcosa che per lui abbia un valore aggiunto, quali informazioni o promozioni dedicate.
[ NB: l’Email Marketing si base necessariamente sulle logiche di quello che è stato definito Permission Marketing, ovvero le strategie di marketing che puntano ad ottenere dal consumatore stesso il permesso a comunicare direttamente con lui. D’altronde, se sarà lui stesso a fornire i dati e il consenso al loro utilizzo dovrebbe prestare maggiore attenzione alle comunicazioni ricevute, conferendo maggiore efficacia alle azioni pubblicitarie.]
L’obiettivo dell’attività di costruzione di un Database non è tanto raccogliere una grande quantità di contatti, ma avere contatti che siano di qualità.
In che senso?
Oltre all’indirizzo email, è fondamentale raccogliere per ciascun utente molte altre informazioni utili, quali: nome, genere, data di nascita, luogo di residenza, professione, interessi, e così via.
Perchè?
Ciò permetterà di creare delle comunicazione molto personalizzate e mirate, in grado di confermare o superare le aspettative di chi legge, tenendo sempre attivo il rapporto tra il consumatore e il brand.
Siate sempre consapevoli che si tratta di un’attività certosina, che richiede tempo e pazienza.
Come fare Database Building?
Alla base di una strategia di Database Building ci sta sicuramente la necessità di aumentare e diversificare i cosiddetti Entry Point – ovvero dei punti di iscrizione – al fine di massimizzare l’esposizione dell’utente alla possibilità di lasciare i propri contatti.
Oltre al classico box d’iscrizione sul sito web, ecco alcuni strumenti ‘alternativi’ per far crescere il tuo database di iscritti alla newsletter:
1- Link nella firma aziendale
La tua firma aziendale arriva a tantissime persone esterne all’azienda. Oltre al logo e ai contatti, perché non inserite l’invito ad iscriversi alla vostra Newsletter con in link diretto al forma di iscrizione?
2- Pop-up sul sito web
Chi approda sul tuo sito magari non è ancora pronto ad acquistare i tuoi prodotti, però potrebbe essere disposto a lasciare i propri contatti per rimanere aggiornato. Perché non prevedere un pop-up (non troppo invadente e magari dinamico) per ricordare la possibilità di iscriversi, senza dover sperare che veda il form di iscrizione spesso presente a fine pagina?
3- Pagina Facebook
Sapete quanto tempo in media si trascorre su Facebook ogni giorno? Ben 50 minuti ed è un numero destinato a salire. Lsciarsi scappare la possibilità di intercettare gli utenti di questa piattaforma sarebbe poco strategico. Quindi, potrebbe essere utile creare campagne di sponsorizzazione con i Leads Ads oppure modulare la Call to Action della tua pagina, inserendo il link al proprio sito web su cui è possibile compilare il form e lasciare i propri dati.
4- Download di contenuti rilevanti
Molti utenti sono ben lieti di lasciare il proprio indirizzo email e i propri dati in cambio di contenuti ad elevato valore aggiunto: ebook, paper, webinar, presentazioni, infografiche e similari.
5- Contest e Concorsi
Perché non dare la possibilità di vincere un premio partecipando ad un Contest o un concorso, in cambio di una registrazione a quest’ultimi?
Gli entry point possono essere anche offline, come i touch-point alle fiere o agli eventi, dove è possibile lasciare il proprio contatto email per registrarsi, in cambio di qualche gadget brandizzato.
Database Cleansing vs Database Enriching?
Una volta costruito il nostro Database, dovremo averne molta cura. Bisogna sempre tenere a mente che una lista di contatti subirà delle modifiche nel tempo e può capitare, ad esempio, che alcuni contatti diventino inattivi. In questo caso andranno messe in atto azioni di “pulizia”, ovvero di Database Cleansing, per cui verranno rilevati e rimossi contatti errati, imprecisi, inattivi, irrilivanti. Gestire i contatti infatti richiede un programma e la configurazione di automation, il cui costo spesso aumenta con l’aumentare dei contatti registrati. Un utente inattivo che non apre nessuna delle tue mail ti farà solo sprecare soldi e tempo, danneggiando anche le statistiche relative all’efficacia delle tue mail.
Quando invece, nel corso del tempo, il nostro database si arricchisce di informazioni relative ai diversi contatti ( dalle informazioni demografiche a quelle psico attitudinali, come frequenza e abitudine di acquisto) assisteremo a quello che viene chiamato Database Enriching, il quale si sostanzia di fatto in tecniche e processi di profilazione sempre più profonda ed efficace.
Cosa è la Profilazione?
La profilazione è l’attività di raccolta ed elaborazione dei dati inerenti agli utenti di un servizio, al fine di suddividerli in gruppi a seconda del loro comportamento (segmentazione). Una profilazione puntuale ti permette di raggiungere un elevato grado di personalizzazione nelle comunicazioni, poiché traduce i dati e le informazioni relative ad un utente in campagne email dal contenuto rilevante per quest’ultimo. Uno studio di Marketing Land ha mostrato come le email personalizzate riportino un tasso di conversione 6 volte più alto e tassi di class unici superiori del 41% rispetto alle email standardizzate e anonime.
Quindi, profila, profila, profila!
Come si effettua la Profilazione?
Esistono principalmente due approcci:
- Profilazione unica: è l’approccio più ambizioso e al tempo stesso più ostico, perché richiede al destinatario di compilare form, pagine e questionari piuttosto estesi. La profilazione unica permette di raccogliere una grossa mole di informazioni in un unico frangente.
- Profilazione progressiva: è la pratica di raccogliere nel tempo le informazioni sul potenziale cliente, con l’obiettivo di costruirne man mano un profilo il più possibile completo ed esaustivo. La profilazione progressiva può essere, a sua volta:
- diretta, che si basa su domande esplicite rivolte al destinatario, da cui ci si aspetta la risposta in un clic. Il valore corrispondente alla voce selezionata viene quindi raccolto in automatico e le informazioni vengono aggiunte al profilo dell’iscritto. In questo modo, ottenendo ad esempio il cap di residenza, potrai inviare promozioni a singole aree coperte dal tuo servizio.
- indiretta, che comporta la creazione di una categoria per ogni link inserito nell’email, dove ciascuna categoria di clic corrisponderà a un’informazione, a una determinata espressione di interesse. Nella profilazione indiretta non vi è alcuna domanda esplicita; l’informazione viene desunta da un’azione del destinatario sull’email. L’obiettivo in questo caso è desumere interessi e preferenze di ciascun utente dal suo comportamento sull’email, così da avere le informazioni per orientare le successive campagne di follow-up e determinare quali prodotti e offerte suggerire. Ad esempio, dopo aver inviato una prima mail, potrebbe seguirne una indirizzata solo a chi nella prima ha manifestato un grado di interesse superiore verso un contenuto, tanto da approfondirlo seguendo il link.

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.
I Web Vitals. La nuova iniziativa di Google per valutare la User Experience di un sito web.
I Web Vitals sono nuove metriche introdotte nell’algoritmo di valutazione di Google che spostano l’attenzione non più sui contenuti di un sito, bensì sull’esperienza di navigazione dell’utente. Non conterà più solo la qualità del risultato che Google può offrire ma l’accessibilità e la credibilità del sito che lo ospita.
Tre nuovi fattori costringeranno noi programmatori a fare ancora più attenzione all’user experience. I Web Vitals riscriveranno letteralmente la serp di Google, modificando le gerarchie dei risultati (ad esclusione degli annunci a pagamento) e migliorando lo score di quei siti che mettono l’utente e la sua esperienza al centro delle loro scelte.
I fattori principali, definiti Core Web Vitals, con cui si potranno valutare le pagine web sono LCP (Largest Contentful Paint), FID (First Input Delay) e CLS (Cumlative Layout Shift); vediamoli nel dettaglio cercando di evitare tecnicismi.
LCP (Largest Contentful Paint)
Il Largest Contentful Paint è il tempo di rendering dell’elemento più pesante all’interno della finestra di visualizzazione.
La pesantezza di immagini e video all’interno di una pagina web è sempre stata una delle cause principali delle cattive performance di un sito; con questo nuovo parametro non viene valutato il tempo complessivo di caricamento di una pagina (che continua comunque a rivestire un ruolo importante nella valutazione), ma solo il tempo che impiega a caricarsi l’elemento più pesante (molto probabilmente un’immagine o un video) tra quelli immediatamente visibili sullo schermo.
Il tempo di caricamento ideale è al di sotto dei 2.5 secondi.
FID (First Input Delay)
Il First Input Delay è un parametro che non si calcola immediatamente al caricamento di una pagina, ma dal momento in cui l’utente compie la prima azione sul sito (ad esempio il click su un pulsante o l’attivazione di uno script); dall’input dell’utente viene poi calcolato il tempo di elaborazione del server.
Se prendiamo ad esempio un menù a tendina che si espande al click dell’utente, il FID è il tempo che intercorre tra il click dell’utente sulla voce del menù e il completamento dell’apertura del sottomenù.
Il FID scoraggia quindi l’esecuzione di script eccessivamente pesanti, favorendo una navigazione fluida ed immediata.
Per valutarlo positivamente, il First Input Delay deve mantenersi al di sotto dei 100 millisecondi.
CLS (Cumlative Layout Shift)
Il Cumlative Layout Shift infine valuta la stabilità di una pagina web.
Se un elemento della pagina è molto pesante, o si carica in maniera asincrona, o si aggiunge dinamicamente tramite uno script in seguito al corretto caricamento della pagina, capita che la pagina possa “muoversi” o subire variazioni durante la navigazione a causa dell’introduzione dell’elemento in questione.
Questo fa sì che l’esperienza dell’utente ne risenta: immaginiamo di voler cliccare sul pulsante “annulla ordine” di un e-commerce, ma a causa del caricamento asincrono di un elemento il pulsante si sposta qualche centimetro più in basso nel momento in cui facciamo click, e finiamo per selezionare “conferma ordine”.
Il CLS si calcola quindi in base al numero di modifiche inattese che accadono in seguito al corretto caricamento della pagina, e idealmente dovrebbe essere pari a 0, ma viene fornita – generosamente – da Google una tolleranza di 0,1.
Strumenti Utili per verificare il tuo sito
Se vuoi verificare che il tuo sito sia in linea con i nuovi parametri di Google, Chrome mette a disposizione un’estensione apposita a questo link
Una volta installata clicca sull’icona in alto a destra nel browser (il quadrato colorato rosso o verde) e otterrai un punteggio per ognuno dei tre parametri rispetto alla pagina attualmente visualizzata.
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Ciao sono Marco, mi definiscono un programmatore ed io mi fido.
Mi piace isolarmi ed immergermi nella scrittura del codice, cimentandomi in sfide sempre nuove… il tutto con un bel pezzo di pizza in mano.
Datemi del cibo ed un computer e non avrò bisogno d’altro.
E-Commerce e Covid: quando le crisi aiutano le vendite online.
Durante il lockdown gli italiani non hanno smesso di fare acquisti online ed è un dato che sorprende se si pensa che l’incertezza dell’economia dovuta alla crisi sanitaria ha spinto molti di loro ad essere più cauti negli acquisti.
Lo strumento più usato per navigare e comprare è stato lo smartphone con un incremento in termini monetari pari a 12,8 miliardi di euro, 42% in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Lo smartphone inoltre favorisce gli acquisti di impulso, personalizzati sulla base delle informazioni salvate sul dispositivo ed è ovviamente uno strumento omnicanale, ovvero capace di stabilire una presenza nei diversi canali e piattaforme permettendo ai consumatori di comprare, interagire ed essere coinvolto in maniera simultanea e senza nessuna perdita nella customer experience.
I fattori alla base della crescita dell'e-commerce.
- Sviluppo nella progettazione di customer journey nativa mobile.
- Diffusione d’uso dello smartphone come primo strumento di ricerca.
- Miglioramento della connessione e della tecnologia.
Se l’emergenza sanitaria del Covid19 ha causato gravi perdite economiche a livello mondiale, ha spinto anche il consumatore a riprogettare l’esperienza di acquisto favorendo un “salto evolutivo” del negozio online. Dall’inizio del 2020 ad oggi il web ha acquisito 2 milioni di nuovi consumatori: 1,3 arrivano direttamente dalle piattaforme di acquisto nate durante l’emergenza Covid. Il commercio sul web è il settore che crescerà di più a livello mondiale con un aumento stimato del 55%.
E-commerce di prossimità e Modern food retail
Non è un segreto che la crisi abbia obbligato noi consumatori a cambiare radicalmente alcune abitudini. Ma è davvero un risvolto negativo?
No, assolutamente!
Siamo riusciti in pochi mesi a ridisegnare comportamenti di acquisto che sicuramente rimaranno stabili a prescindere dalla crisi che stiamo vivendo: è una opportunità che le piccole e medie imprese non possono farsi scappare. Cambiano le nostre abitudini r cambia, anche, il consumo di cibo.
Tra le modalità d’acquisto in crescita:
- il modern food retail ovvero la distribuzione alimentare a domicilio
- il click and collect ovvero la possibilità di comprare online per poi ritirare fisicamente in negozio: il “compra e ritira” è cresciuto del 349%, e ci si aspetta che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e soprattutto distanziamento sociale. Boom inaspettato e in controtendenza con le grandi catene di distribuzione, quello che viene chiamato “e-commerce di prossimità”, con i piccoli negozi o ristoranti di quartiere che in poco tempo si sono attrezzati per distribuire i loro prodotti, sfruttando le piattaforme online, ma anche semplici tecnologie come Whatsapp, rimanendo così in contatto con i propri clienti.
E-commerce e consegna a casa sono qui per restare e saranno una componente giornaliera delle nostre abitudini anche alla fine dell’emergenza.
Negozi e ristoranti come possono tempestivamente ripensare il business?
Se avete già sviluppato un buon sito web usatelo per comunicare con i vostri clienti, informare delle misure che avete adottato per lavorare e spedire prodotti a casa in sicurezza o segnalare il catalogo dei prodotti disponibili. Assolutamente consigliate le chat di supporto, rigorosamente one to one: in questo momento il sostegno anche per piccole difficoltà è fondamentale per stabilire un rapporto di empatia e fiducia con il cliente.
Ma anche per i negozi “tradizionali” è il momento giusto per pensare allo sviluppo di una presenza online. Come? Utilizzando le diverse piattaforme di e-commerce disponibili per rendersi rapidamente operativi o appoggiandosi a chi già lo fa.
Con le funzioni di shop su Facebook e Instagram, e le funzioni specifiche di Whatsapp Business, si può iniziare a fare e-commerce pur senza avere la propria piattaforma e senza grandi investimenti. Anche se, va detto, nulla è più performante e produttivo, soprattutto per il marketing, di uno shop sviluppato sul proprio dominio.
E la pubblicità?
Anche la pubblicità online ha registrato un fenomeno molto importante: il costo medio della pubblicità online è diminuito, a causa della sospensione delle campagne da parte di grandi player: molti spazi solo stati lasciati liberi da grandi investitori, a favore di nuovi inserzionisti più piccoli, con budget più limitati e quindi con maggiori possibilità di visualizzazione: il CPC (costo per click) è crollato. Inoltre Facebook sta stanziando fondi pubblicitari di supporto alle piccole imprese anche italiane, per incentivare la ripartenza dei piccoli produttori.
Oggi pensare ad una campagna pubblicitaria online costa molto meno rispetto a prima del COVID, ma questo non significa che sia sempre facile. Il fai da te in questo settore è molto usato, soprattutto sui canali social come Facebook e Instagram; social particolarmente seducenti nell’incentivare l’inserzionista a lanciare campagne Ads. Peccato che gli strumenti basici che i meno esperti possono utilizzare, non soddisfano davvero le necessità che l’imprenditore spesso non sa di avere e che un buon Social Media Advertiser conosce per ottimizzare la campagna, traendone il massimo dei benefici, ad esempio un costo per contatto molto basso, o un alto volume di click a fronte di investimenti irrisori.
Conclusioni
In conclusione, la domanda che molte aziende si pongono è se sarà possibile fare e-commerce di qualità ai tempi del Covid. Sarà facile sopravvivere alla crisi? Il vostro ristorante saprà adattarsi al momento di incertezza magari ripensando a nuove formule come il delivery? La risposta è si, a patto che si scelga per una pianificazione ragionata e professionale delle attività di marketing digitale.
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Sono Elena Mistretta, amo la comunicazione e tutto ciò che stimola la curiosità.
Ho imparato a conoscere le persone muovendomi per il mondo, amo viaggiare e sono sempre alla ricerca di nuove esperienze, luoghi e persone che possano insegnarmi a migliorare la mia visione delle cose.
Yoga addicted, nature lover e mamma a tempo pieno!
L’email è morta? Assolutamente no!
Caro imprenditore, oggi ti darò qualche buon motivo per considerare l’Email Marketing come parte integrata della tua strategia di comunicazione.
Cosa è l’Email marketing?
È una forma di marketing diretto che utilizza la posta elettronica per promuovere i prodotti e i servizi della tua azienda.
In generale, l’email marketing può aiutare i tuoi clienti a conoscere gli ultimi prodotti o servizi offerti e sicuramente svolge un ruolo fondamentale nell’affermazione e rafforzamento del tuo brand nella mente del consumatore, mantenendo quest’ultimo sempre coinvolto nel processo di acquisto.
Qualche rapido numero sull’Email Marketing
All’ascesa e al successo di un nuovo media, di una nuova tecnologia o di un nuovo metodo di comunicazione si pensa subito che tutto ciò che avevamo usato fino a quel momento, probabilmente finirà nel dimenticatoio. Magari anche tu o qualcuno intorno a te avrà esclamato “L’email è morta! Non si usa più…”
Devo svelarti un segreto: l’email è viva e vegeta!
I numeri, d’altronde, parlano chiaro.
Una ricerca, condotta negli USA, ha dimostrato che l’84 % degli intervistati controlla la propria casella di posta almeno una volta al giorno. Tra gli intervistati la percentuale più alta è di chi controlla la casella da 2 a 5 volte (il 36%), segue chi controlla la posta una volta al giorno (21 %), al terzo posto invece da 6 a 10 volte al giorno (il 12 % degli intervistati).
Nella stessa indagine è emerso che la posta in entrata in molti casi è il primo pensiero del mattino. Nella maggior parte dei casi gli intervistati hanno dichiarato di controllare prima di ogni altra cosa la casella di posta (58 %), altri invece il browser (20 %) e solo al terzo posto i social media (ad aprirli è il 14 % delle persone).
E ancora:
- Nel 2018, gli utenti di posta elettronica a livello globale ammontavano a 3,8 miliardi. Questa cifra è prevista in crescita fino a 4.3 miliardi nel 2022. Le email raggiungono oltre l’80% della popolazione adulta del mondo, mentre Facebook ha poco più di 2 miliardi di utenti attivi mensilmente e Twitter solo 336 milioni.
(Statista) - Il numero di email inviate e ricevute ogni giorno salirà da 269 miliardi nel 2017 a 333 miliardi nel 2022, una crescita del 23% che segue la diffusione delle connessioni a internet su tutto il pianeta.
(Statista)
Perchè fare Email Marketing
Ti ho appena fornito tre buoni motivi per utilizzare la mail come mezzo di comunicazione:
- Ha un elevato numero di utenti
- È la prima cosa che si controlla su internet la mattina
- Viene controllata spesso
Ma non è finita qui.
L’email è:
Veloce. Rispetto al marketing diretto tradizionale, l’email marketing è quasi immediato: una volta spedita, i tempi di ricezione e lettura sono praticamente nulli e dunque trascurabili.
Efficiente. L’email è lo strumento che genera il ROI più alto: secondo le rilevazioni svolte da DMA per lo studio Marketer email tracker 2018, il ritorno sull’investimento delle aziende è stato del 3.800%. Questo significa che per l’Email Marketing ha generato 38$ per ogni dollaro speso.
Diretta, personale e non intrusiva. E’ un canale di comunicazione diretta e costituisce il contatto più “intimo” che un’azienda possa stabilire con clienti e potenziali tali, dal momento che dà vita a una comunicazione “uno a uno”.
Duttile e personalizzabile. E’ il canale che offre alle aziende il maggior potenziale di personalizzazione. È infatti possibile comporre automaticamente le email con i contenuti più adatti per ogni destinatario, assecondando caratteristiche, esigenze e precedente comportamento di ciascuno.
Automatizzabile. L’email automation è quell’insieme di attività che permette a un’azienda di inviare, programmare e gestire le campagne email (promozionali ma anche newsletter o messaggi transazionali) grazie agli automatismi: quest’ultimi non sono altro che regole che innescano azioni specifiche quando quelle condizioni si verificano.
Misurabile: se si utilizza una piattaforma di invio, è possibile tracciale i risultati di qualsiasi invio, dai tassi di recapito a quelli di apertura, fino a quelli di clic.
I goal dell’Email Marketing?
Sicuramente gli obiettivi che permette di raggiungere un’attività costante di Email Marketing non sono da sottovalutare.
Prima di tutto, permette di rafforzare la relazione con i propri clienti, costituendo pertanto uno strumento fondamentale per la fidelizzazione. Gli studi dimostrano che il costo per acquisire nuovi clienti è in media dalle quattro alle dieci volte maggiore rispetto al costo per mantenere clienti già esistenti.
Perché, quindi, non “coccolarli” proponendo loro offerte speciali o facendo loro gli auguri di Buon compleanno?
Ciò permetterà di ricordare costantemente chi siete, rafforzando la Brand Awareness: finchè un marchio resta nella mente di un consumatore, le possibilità di vendita godono di molte più probabilità di successo!
Infine, ma non meno importante, l’Email Marketing ti permette di generare nuovi contatti, in termini di Lead Generation (leggi articolo), contatti “di qualità” con un’elevata probabilità di conversione.
Come?
Attraverso questo modello di business, sono gli stessi utenti che esprimono il proprio interesse per i prodotti e i servizi offerti e che cercano di mettersi in contatto con l’azienda, lasciando i propri dati per essere ricontattati o per ottenere in cambio benefici e comunicazioni specifiche.
Gli strumenti dell’Email Marketing?
Se ti stai chiedendo come tutto questo si sostanzia, la risposta è nell’invio di comunicazioni che a seconda dell’obiettivo che vogliamo raggiungere, si chiameranno in modo differente:
- NEWSLETTER: per informare
- DEM: per vendere
- TRANSAZIONALI: per mantenere la relazione
Più nello specifico:
– La Newsletter è un contenuto editoriale e/o commerciale inviato a cadenza regolare. Il formato segue uno schema identico a ciascun invio per agevolare il riconoscimento e la lettura da parte del destinatario.
– Per DEM – Direct Email Marketing si intende l’invio di un messaggio email con l’obiettivo di vendere (offerte, servizi aggiuntivi, up selling).
- Le email Transazionali sono messaggi email con contenuto personalizzato inviati a singoli destinatari. Possono comunicare l’attivazione di un servizio, la conferma di una registrazione, l’invio di una fattura o gli auguri di compleanno.
Tra le differenze più evidenti tra Newsletter e DEM vi sono quindi:
- la periodicità: la frequenza di invio di una DEM è occasionale, la frequenza di invio di una newsletter è calendarizzata; per quest’ultima, quindi, sarà previsto un piano editoriale strutturato e strategico
- il layout grafico: la grafica di una DEM è studiata ad hoc per il singolo invio, ha un alto impatto grafico e una call to action ben identificata con uno specifico obiettivo di vendita. La grafica di una newsletter segue un layout prestabilito che facilita il riconoscimento del messaggio, la lettura di quest’ultimo e il coinvolgimento del lettore.
Da dove si inizia per fare Email marketing?
Sicuramente, dalla creazione di una bella mailing list.
La mailing list non è altro che una raccolta di indirizzi email che ricevono messaggi da parte di un mittente – un’azienda nel nostro caso – a cui hanno accordato il consenso. Un concetto un po’ obsoleto e superato della mailing list la vedeva come un unico contenitore indifferenziato di destinatari , oggi invece viene concepito come un sistema composito e al suo interno diversificato, nonché un corpo variegato e stratificato in gruppi e segmenti, che raccoglie caratteristiche, interessi ed esigenze di ciascun destinatario.
Serviranno anche un CRM per gestire le automazioni e monitorare i risultati.
Dovrai aggiornare la tua privacy policy per tutelare i diritti degli utenti riguardo alla gestione dei dati sensibili.
E ti servirà un calendario editoriale in cui organizzare gli invii programmati.
Serve altro? Molto altro!
Ma di cosa si tratta te lo svelerò in un articolo dedicato!

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
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Analisi della concorrenza: quando e come farla.
L’analisi della concorrenza è il primo passo da compiere quando si inizia un nuovo progetto di business, che sia un brand o un prodotto. È importante anche quando si decide di aggredire il mercato o una nuova area.
Se all’attività di analisi della concorrenza associ il concetto di spiare i concorrenti, stai prendendo un’enorme cantonata.
Le regole del marketing affondano le proprie radici nell’approccio scientifico, esattamente come la strategia militare. Osservare e studiare, persino prevedere, le azioni della compagine avversaria è fondamentale per prendere sempre decisioni pertinenti e orientate alla vittoria finale.
Non è un caso che uno dei libri più diffusi e letti tra gli aspiranti manager sia “L’arte della guerra” di Sun Tzu.
Dunque, analizzare la concorrenza non vuol dire assolutamente guardarne i profili social o controllare su una mappa dove sono ubicati. C’è molto di più e servono considerazioni più ampie.
Per iniziare
Stai pensando di aprire un’attività o di rilanciarne una? Vuoi penetrare meglio il tuo mercato, ma ti senti limitato dalla presenza dei tuoi competitor?
Inizia con identificare quali siano, quantomeno quelli in diretta concorrenza con la tua attività secondo questi parametri:
1 – area geografica di pertinenza: non considerare solo l’ubicazione fisica del punto vendita, ma l’area coperta grazie a servizi di delivery o spedizione, e l’efficenza degli stessi.
2 – reputazione: metterti a paragone con tutte le attività simili alla tua potrebbe portarti via molto tempo. Seleziona quindi solo quelle che possono essere percepite tue pari, che abbiano una reputazione uguale o migliore alla tua.
3 – servizi: i servizi offerti possono fare la differenza. Scegli le attività che abbiano servizi quanto più simili ai tuoi. Tieni conto di chi lavora diversamente, potrebbe sempre costituire un’alternativa per il cliente.
Ad esempio una pizzeria che fa solo asporto rimane un dato da analizzare anche per una pizzeria che fa solo servizio al tavolo. Il cliente potrebbe sempre preferire rimanere in pantofole e a casa per gustare una buona pizza.
Per identificare i competitor che dovresti includere necessariamente nella tua analisi puoi sfruttare il web. Utilizza le keyword per le quali tu stesso vorresti essere trovato dagli utenti e inseriscile su Google o sui principali social network. Ti restituiranno i risultati che molto probabilmente i tuoi stessi clienti troverebbero cercando attività come la tua.
Analisi della concorrenza per liste
Non stilare semplicemente un elenco puntato con tutti i competitor che vuoi includere nella tua analisi.
Ti serviranno almeno 3 liste:
1 – Punti di forza: compila la lista includendo solo quelle attività che condividono gli stessi punti di forza o il punto di forza che hai identificato come decisivo sul mercato. Potresti anche non essere presente in questa prima lista, ma questo dato ti restituirebbe subito un’informazione importante, ovvero su quali elementi dovrai migliorare.
1 – Punti di debolezza: includi le attività che sono penalizzate dalle stesse debolezze o carenze a livello di servizio. Anche in questo caso non è assolutamente necessario che tu sia nell’elenco e ti sarà utile per valutare cosa non deve assolutamente mancare nel tuo business plan.
3 – Customer point of view: è la lista più difficile, perchè dovrai pensare con la testa del tuo cliente. Sarà più facile compilare questo elenco dopo aver ascoltato direttamente un campione di utenti. Come i consumatori percepiscono le attività oggetto delle tue analisi? E in che ordine le inserirebbero in una classifica ideale?
Le indagini necessarie per questa lista potrebbero influenzare le precedenti, ti basterà domandare punti di forza e debolezza dei competitor direttamente al pubblico interrogato.
Puoi utilizzare strumenti di survey online, sfruttando il potere del mail marketing, ma solo se avrai acquisito sufficienti contatti nelle tue mailing list.
Non acquisisci i dati dei tuoi clienti? Leggi questo articolo per capire che dovresti iniziare subito (leggi qui)
L’analisi della concorrenza non è un processo una tantum, piuttosto un’area di studio nella quale dovresti impegnare periodicamente le tue risorse. Il mercato cambia, nascono nuove attività e ne chiudono altre, la tua analisi potrebbe diventare obsoleta in pochi mesi.
Vantaggi dell'analisi della concorrenza
Identificare i competitor ha senso solo se puoi definirne i punti di forza e le debolezze, mettendoli a paragone con la tua attività.
In questo modo soltanto potrai stilare un quadro analitico corretto sulle opportunità che avrà il tuo progetto e le aree di miglioramento su cui lavorare.
I vantaggi finali?
1 – Ottimizzare gli investimenti: saprai su cosa investire per offrire ciò che i consumatori si aspettano o desiderano da attività come la tua.
2 – Pianificare le azioni di marketing: la tua comunicazione influenzerà e sarà influenzata da quella dei competitor. Prevenire le loro mosse, sapendo su cosa faranno leva, ti offrirà sempre un vantaggio competitivo, posizionandoti tra i leader nella percezione degli utenti.
3 – Pricing strategy pertinente – sicuramente stabilirai il valore del tuo prodotto partendo dai costi che il tuo business richiede, ma i tuoi margini di profitto possono essere maggiori anche grazie ai feedback che ti offriranno i competitor. Il consumatore riconosce il valore di un prodotto attraverso il design e il prezzo esposto, prima ancora che dalla qualità del prodotto stesso.
Pensa come il concorrente
Un esercizio molto utile che puoi fare, una volta identificati i competitor da analizzare in maniera profonda, è la Swot Analysis.
Non dovrai farla solo per te stesso, ma anche per ogni competitor identificato. In questo modo potrai mettere a paragone diretto Punti di Forza e Punti Debolezza – come fattori interni – e Opportunità e Minacce – come fattori esterni – dei singoli operatori.
Puoi fare questo esercizio con il tuo team che ti offrirà punti di vista diversi e preziosi.
Tieni conto di tutto: servizio, team, anzianità nel mercato, campagne pubblicitarie, influenza social e presenza digitale, investimenti, packaging e qualità del prodotto, persino gli orari di apertura. Quanti più parametri includerai nel confronto, più chiare avrai le idee al termine dell’esercizio.
I tuoi competitor sui Social
Uno spazio importante va destinato all’analisi dei competitor sui social media e del modo in cui li utilizzano. Che tipo di strategie adottano? Con quale frequenza pubblicano contenuti e di che tipo? Che riscontro hanno dal pubblico e quanto questo determina il loro successo?
Se vuoi ottenere risultati simili a quelli di un concorrente, non puoi pensare di investire meno di quanto non faccia lui per il digital marketing.
Se i tuoi concorrenti sfruttano il potere dei social e producono contenuti in grado di valorizzare il loro prodotto, dovrai fare altrettanto o rischierai di essere “oscurato” dai loro contenuti.
E no, non ha nessuna importanza se il tuo prodotto è migliore del loro. Se non lo avrai raccontato con strumenti all’altezza e sui giusti canali, potrai continuare a ripetertelo mentre osservi le giacenze in magazzino.
1 – Quali social network presiedono i tuoi competitor? Puoi fare altrettanto destinando risorse economiche sufficienti?
2 – Quali risultati ottengono in termini di coinvolgimento? Con quale frequenza pubblicano?
3 – Quanto è grande la loro fan base e con quanta tempestività interagiscono con gli utenti?
4 – che tipo di strategie social adottano? Coinvolgono influencer?(leggi qui)
Questo sono le principali domande che dovrai farti per prendere decisioni efficaci per la tua strategia di digital marketing.
Se ti stai chiedendo come gestire i social network per la tua attività puoi leggere questo articolo. (leggi qui)
L’analisi della concorrenza non è un processo una tantum, piuttosto un’area di studio nella quale dovrai impegnare periodicamente le tue risorse. Il mercato cambia, nascono nuove attività e ne chiudono altre. Una sola campagna pubblicitaria può ribaltare la tua analisi, o il rebrending (leggi qui) di un dei competitor potrebbe renderla obsoleta in pochi mesi.
Tieni d’occhio il mercato e non pensare di poter avere successo guardando solo a ciò che avviene all’interno della tua azienda, perchè il successo passa anche attraverso ciò che accade al di fuori e su cui non hai nessun potere. Qui, a fare la differenza, sarà la prontezza della risposta tua e del tuo team.

Ciao, sono Nazareno, uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.