Il piano editoriale: lo strumento fondamentale per chi scrive e pubblica contenuti web.
Il piano editoriale è la bussola del professionista che si occupa della redazione e pubblicazione di contenuti web per la propria azienda e/o per conto di clienti. È la stella polare che orienta il content marketing strategico in questo mare tempestoso che è il Web.
Lo avrai sentito nominare tante volte ma non sei riuscito a metterlo a fuoco correttamente?
Il piano editoriale è davvero un punto di riferimento per gli addetti ai lavori ma è tutto tranne che un concetto astratto. Cos’è e come si sviluppa un piano di contenuti?
Caro imprenditore sei pronto ad imparare anche oggi una cosa nuova?
Noi siamo pronti ad impararla insieme a te.
Let’s start!
Cos’è un piano editoriale?
Prenderò in prestito la definizione che ne ha fatto Il Post.
<< Documento fondamentale di ogni casa editrice: quello dove si costruisce e ufficializza ogni anno la programmazione contenutistica ed economica di un editore. Attraverso il piano editoriale si stabiliscono i libri che usciranno nell’anno successivo e, insieme, si fa una previsione quanto più accurata possibile su quanto venderanno. >>.
Il piano editoriale regola sia la programmazione dei contenuti che la previsione degli introiti economici.
Oggi, traslando questo stesso concetto nel mondo digital, possiamo considerare il piano editoriale come:
<< […] un documento – esplicitato o meno – di pianificazione di contenuti nell’ambito di una qualsiasi attività di produzione di contenuti. >>
Di fatto, il piano editoriale orienta la produzione e la pubblicazione di contenuti conferendo coerenza, pertinenza e costanza. È un insieme di azioni strategiche messe in atto per raggiungere un pubblico e trasformare la propria presenza online in un potente strumento di marketing.
Ma che differenza c’è tra il piano editoriale e il calendario editoriale?
Piano editoriale VS Calendario editoriale.
Il piano editoriale possiamo immaginarlo come un “contenitore” di spunti, idee e argomenti, suddivisi per macro aree e categorie. In gergo markettaro, topic.
Si individuano così argomenti relativamente ai quali verrano pubblicati un preciso numero di post durante il periodo editoriale di riferimento, sia un anno o un trimestre.
I topic e i contenuti correlati si svilupperanno nel cosiddetto calendario editoriale, un documento che scandisce la pubblicazione su schema cronologico e cross-canale. Concettualmente sovrapposto al già citato piano editoriale, si tratta di due strumenti differenti ma assolutamente complementari, operando all’unisono verso il più alto obiettivo di dare pertinenza e coerenza alla content strategy.
Piccola postilla: In che senso cross-canale? Il calendario editoriale può essere un unico documento in cui vengono inseriti i giorni di pubblicazione dei contenuti di tutti i canali web sui cui è presente l’azienda: articolo di blog, post di Facebook, post di Instagram, articolo di Linkedin, Newsletter… e chi più ne ha più ne metta! In questo modo tutti i membri del Team saranno sempre aggiornati e coordinati su tutto.
Quali sono gli elementi di un Piano/Calendario editoriale?
Un piano editoriale consta di vari elementi che ne definiscono una maggiore o minore completezza:
- il target. La domanda da porsi è sempre la stessa: chi vogliamo raggiungere? Una risposta molto dettagliata definirà non solo il target di riferimento ma anche e soprattutto il tone of voice di ogni produzione multimediale, siano testi, foto o video.
- gli obiettivi. Quali obiettivi si pone la strategia espressa attraverso il planning? vendere, informare, aumentare il traffico al sito web, acquisire lead, fidelizzare.
- la piattaforma utilizzata. Un piano editoriale può essere multi-canale, quindi può riguardare la pubblicazione di contenuti su più piattaforme. È indispensabile indicare le piattaforme che ospiteranno i diversi contenuti.
- i contenuti da pubblicare. Immancabili: elementi visivi (foto/video), copy (testi, approfondimenti, slogan o claim delle campagne), eventuali link (meglio se ridotti con un tools di link shortener).
- il timing. Stabilire giorni e orari migliori per la pubblicazione può migliorare le performance generali, oltre che accrescere il coinvolgimento.
- le interazioni. È utile stabilire che tipo di interazioni ci si aspetta per ogni contenuto e per ogni piattaforma. Poi, una volta effettuata la pubblicazione, riportare i risultati di interazione da parte del pubblico.
- le fonti. Quando si scrive relativamente a news, statistiche, festività, è opportuno stabilire le fonti attendibili e verificare sempre la credibilità e la correttezza delle informazioni.
Consiglio: potrebbe essere utile effettuare anche un’analisi della concorrenza, per vedere come si comporta il settore in cui si opera. Uno sforzo aggiuntivo che potrebbe fare la differenza: analizzare i competitor non significa copiarli, ma anticiparli!
Quali strumenti usare per realizzare un Piano/Calendario editoriale?
Non ci crederai, ma anche un semplice foglio di lavoro Excel può risultate efficace allo scopo.
Non dovranno mancare:
- una colonna a sinistra con il calendario giornaliero (meglio con la data che mostra anche il giorno della settimana)
- una colonna dedicata alle “Ricorrenze”, ovvero quelle festività che non vogliamo assolutamente dimenticare
Infine, per ciascuna piattaforma di pubblicazione, ci sarà una colonna dedicata a:
- Argomento
- Copy
- Immagine
- Link
- Obiettivo
- Note
Una volta creato un piano/calendario editoriale con Excel, sarebbe utile e consigliabile condividerlo in cloud con il resto del team – Google Drive è uno strumento universale, gratuito ed efficace – in modo che ognuno possa contribuire alla stesura e all’ottimizzazione del piano strategico.
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Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.
Le Storie di Instagram: amore o dipendenza?
L’avvento delle Storie su Instagram ha cambiato, se non stravolto, l’utilizzo dell’app. Un posizionamento talmente diffuso e consolidato che oggi le Stories, dopo aver conquistato Facebook, approdano anche su LinkedIn. Cosa sono le Storie di Instagram, che valore hanno per gli utenti e che opportunità offrono alle aziende?
Le Storie di Instagram sono state introdotte il 02 agosto 2016. Palesemente copiate a Snapchat (proprio come i Reels sono un clone dei TikTok) da allora hanno avuto un successo esponenziale, confermato dai 500 milioni di utenti che ogni giorno ne fanno un uso smodato.
Instagram stesso le presenta come un contenuto che ti permette di “condividere tutti i momenti della tua giornata, non solo quelli che vuoi tenere nel tuo profilo”.
Cosa sono le Storie e perché funzionano?
Si tratta di foto o video, la cui condivisione dura solo 24 ore ed è qui che risiede la loro potenza. La loro evanescenza fa leva, da una parte, sulla necessità inconscia degli utenti di essere sempre online e di “mostrare” il meglio della loro quotidianità, dall’altra sul desiderio dei follower di essere sempre aggiornati e di visualizzare ciò che potrebbe interessargli prima che svanisca. Instagram stesso, infatti, ha dichiarato che le Storie portano gli utenti a frequentare la piattaforma con più frequenza e per un tempo maggiore.
Urgenza e scarsità in un mix incredibilmente efficace.
Cosa piace delle Storie? Sicuramente la loro spontaneità e velocità: spesso immortalano dei momenti più naturali, meno artefatti e quindi più divertenti, creando maggiore coinvolgimento degli utenti.
Inoltre, la loro grande dinamicità e varietà, proprio come strumento in continuo mutamento, non le rende mai noiose: basti pensare a tutte le novità introdotte negli anni e al potenziamento delle funzioni iniziali.
Azzarderei che neanche un Digital Native le padroneggi veramente tutte.
Perché usare le Storie di Instagram?
I motivi che dovrebbero spingere ad un utilizzo strategico delle Storie su Instagram potrebbero essere essenzialmente tre:
1- maggiore visibilità: dato che le Storie si posizionano nella parte superiore della bacheca, sono le prime ad essere viste non appena si accede sulla piattaforma. Ciò significa che saranno le prime ad attrarre l’attenzione dell’utente, oltre al fatto che, scorrendo in modo automatico, permettono di essere viste anche “involontariamente” e senza che l’utente abbia effettivamente cliccato.
2- maggiore possibilità di emozionare l’utente: si tratta di un formato più leggero e di evasione, che permette spesso di immortalare un momento, una sensazione o un pensiero che merita di essere condiviso istantaneamente con chi vi segue. Combinando in modo creativo foto e/o video con palette, scritte, adesivi, filtri, gif e tutti gli strumenti messi a disposizione, è possibile creare dei contenuti in grado di coinvolgere la sfera emotiva in modo molto più impattante di un semplice post sulla bacheca.
3- maggiori possibilità di creare un contatto diretto: le Storie di Instagram hanno ridato vita alla funzione – quasi dimenticata – del Direct Message, la quale rappresenta l’unica modalità per rispondere ad una Storia. Sapevi che in media una Storia su cinque riceve almeno un messaggio diretto?
Le Storie di Instagram devono essere integrate nella propria strategia di comunicazione su Instagram, seguendo principalmente due logiche:
1- la sperimentazione: grazie al fatto che hanno durata limitata ( di sole 24 ore) perché non usare le Storie come strumento per sperimentare nuove idee. A maggior ragione se queste non vengono gradite, scompariranno presto!
Ciò non significa pubblicare senza una preventiva valutazione strategica, che potrà essere costituita da un processo di:
- Brainstorming
- Nuove idee
- Creazione e pubblicazione contenuto
- Analisi delle performance e KPI
- Valutazioni
Non è Marketing, senza dati. Neppure nelle Storie.
2- il Brand Storytelling: significa saper raccontare la tua offerta legata al contesto in cui prende vita. Quindi rendere protagonista l’azienda, lo staff, la filosofia aziendale, la missione e l’idea che si vuole creare e che arriva al consumatore finale, il quale a sua volta svilupperà aspettative che bisognerà soddisfare ben oltre le 24 di vita del contenuto.
Hai presente quella sensazione trepidante che provi aspettando il giorno e l’ora esatta in cui la tua serie tv preferita andrà in onda con una nuova stagione? Ti piacerebbe che i tuoi follower provassero anche solo una parte di quella sensazione aprendo l’applicazione in cerca dei tuoi contenuti?
Come si creano le Storie di Instagram?
È davvero semplicissimo – un po’ meno se non sei un millenials, basta lanciare l’app di Instagram o Facebook e, dalla home, cliccare sulla propria icona con il piccolo “+” blu, in alto a sinistra sull’apice dello stream. Ora sei dentro l’editor delle stories e puoi scegliere innanzitutto se produrre:
Video in Diretta: Un video che può sforare i canonici 15 secondi delle storie, arrivando fino a 60 minuti e che potrà essere aggiunto alla sezione IGTV. Il vantaggio principale che offre è che, a differenza delle storie, l’app invia una notifica a tutti i follower avvisandoli della diretta in corso.
Storia: la modalità originale per produrre una storia fino a 15 secondi.Può essere editata con foto e/o video, aggiungendo degli effetti e applicando filtri o altre opzioni come l’editor di testo, la modalità boomerang o superzoom. Una volta registrato – o caricato un file già pronto dalla gallery – è possibile aggiungere gif e altri elementi visivi, infine includere tag, hashtag, luoghi e citazioni che hanno lo scopo di coinvolgere maggiormente i follower e di aumentare la visibilità del contenuto.
Reels: è il nuovo formato che nasce ancora una volta dalla capacità di Facebook Inc. di cogliere il meglio dai competitor. Una volta attestato il successo di TikTok e dei sui video estremamente performanti, i reels non sono solo l’alternativa all’app cinese, ma possono includerne i contenuti che diventano così protagonisti anche su Instagram. I reels presentano quasi le stesse opzioni di una qualsiasi storia, ma dispongono di una sezione dedicata all’interno dell’app, proprio come le storie. Una distinzione le cui ragioni non appaiono ancora chiarissime e che possiamo presumere vedono oltre la semplice battaglia di quote di utenti a TikTok.
Come puoi sfruttare le Storie?
Le Storie su Instagram sono fondamentali per mantenere vivo il rapporto con chi ci segue e stimolare la sua reazione e il suo coinvolgimento in modo costante. Le idee di utilizzo sono parecchie e non considerarne i vantaggi sarebbe un peccato:
- Sondaggi: usate le Storie per chiedere le preferenze dei tuoi follower tra due prodotti/servizi. un modo divertente e alternativo per coinvolgere il pubblico e avere un feedback rapido e diretto su gusti, preferenze, trend…
- Consigli: i famosi contenuti “How to” in cui puoi offrire consigli e istruzioni su come eseguire qualcosa, inerente alla tua attività o all’uso del tuo prodotto, o semplicemente su argomenti affini.
- Dietro le quinte: racconta il “behind the scene” di qualcosa in particolare, di un evento o di una campagna pubblicitaria, dei processi produttivi o della tua vita privata se sei un personaggio rappresentativo. Sbirciare nelle zone per addetti ai lavori o sbirciare nell’intimità delle star è sempre elettrizzante per il pubblico.
- Rubriche settimanali: Scegli dei temi, proponili ai tuoi follower – magari sfruttando i sondaggi – e discutili periodicamente favorendo dialogo e interazione. L’opzione domanda ti permetterà di fare domande dirette ai follower e rendere le risposte oggetto delle storie successive.
Consiglio: per qualsiasi tipologia di Storia e qualsiasi argomento, è auspicabile scegliere uno stile – in termini di pallette, carattere, font, hashtag – e di mantenerlo invariato nel tempo ( o almeno di provarci). L’obiettivo principale è quello di essere riconoscibili sempre e in modo immediato da chi ci segue.
Con che frequenza pubblicare le Storie?
Sicuramente, le Storie vanno alimentate con costanza e creatività: indiscutibile è l’importanza del contenuto iniziale che sancisce il coinvolgimento dell’utente o un flop assoluto, qualora questo non dovesse essere un contenuto di qualità. Quindi sceglietelo strategicamente e con attenzione.
Esistono alcuni Tool che permettono la programmazione delle Storie e che permetteranno, quindi, di redigere e rispettare un ricco piano editoriale:
- Onlypult
- Later
- Storrito
Considerato che una storia rimane visibile per le 24 ore successive alla pubblicazione, è preferibile avere dei contenuti sempre presenti nel carosello che ogni utenti visita guardando le storie. Se vuoi essere sempre presente in distribuzione dovrai pubblicare almeno 2-3 contenuti ogni giorno. Ricorda però che è preferibile rimanere in silenzio piuttosto che dire sciocchezze. Meglio non pubblicare che pubblicare cose poco interessanti che potrebbero allontanare i follower.
Le Stories Highlights
Le Stories Highlights sono le cosiddette Storie in Evidenza. Si tratta di aggregatori permanenti di Storie, che si posizionano proprio sotto la Bio del profilo Instagram e che prolungano a vita alle Storie.
Le Storie in Evidenza sono molto utili se concepite “Tematiche”: per mettere in risalto i principali prodotti o servizi offerti, o dei topic su cui si vuole porre maggiore attenzione. Quindi possono essere suddivise per categoria, creando una foto cover, che sia possibilmente coordinata per la Brand Identity e che rappresenti in modo iconico il contenuto. È possibile dare un nome a ciascuna Storia, che sia rappresentativo e lungo massimo 15 caratteri (non tutti visibili).
Molti ristoranti utilizzano le storie in evidenza per mantenere sempre visibile il loro menu, o per raccogliere tutti i contenuti prodotti dai clienti.
All’interno di ciascuna Storia in evidenza è possibile inserire massimo 100 contenuti dall’archivio delle storie, tra foto e video; superata questa soglia, la Storia in Evidenza viene automaticamente archiviata.
Come misurare la performance delle tue Storie?
Ti raccomando di misurare sempre i risultati che raggiungerai con le tue Storie. Come?
Monitorando dei semplici indici, quali:
- Visite uniche: il numero di persone che hanno visualizzato la Storia. Se rapportato al numero dei tuo Follower è possibile individuare il grado di coinvolgimento del Brand
- Tasso di completamento: in quanti visualizzano tutte le tue Storie e in quanti invece abbandonano prima della fine? Quanti touch per passare alla tua prossima storia o a quella precedente e quanti invece per switchare alle storie del prossimo profilo? Valuta il tasso di abbandono e, se alto, ricerca il perché questo accada.
- Risposte ai messaggi: i messaggi diretti sono una chiara riprova del coinvolgimento dei propri Follower. Stimola il dialogo e fai in modo che gli utenti debbano restituirti un feedback sul contenuto. In questo modo la portata della tua storia aumenterà arrivando anche a utenti che non sono ancora tuoi follower.
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Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
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Database Building: primo passo per un email marketing efficace.
Il Database Building è fondamentale per dare inizio ad una corretta ed efficace attività di mail marketing, che a sua volta deve essere integrata alla strategia di marketing e di comunicazione del brand. Soprattutto per chi possiede un sito web e fa e-commerce, sicuramente l’invio costante e coerente di comunicazioni informativi e/o commerciali permette di tenere sempre attivo il rapporto con il cliente, o potenziale tale, aumentando le probabilità di conversione, nonché di acquisto.
Non basta mandare una comunicazione ad un elevato numero di email, senza investire preventivamente tempo e risorse nella costruzione di un Database che sia qualitativamente valido.
La qualità e la corretta profilazione dei contatti sono la chiave per fare database building e avviare una produttiva attività di mail marketing.
Cos’è il Database Building?
Come già anticipato in questo articolo (leggi qui) il mail marketing è fondamentale sia per accrescere la reputazione del brand, sia per migliorare la performance delle vendite. La prima cosa da fare però rimane la creazione di un database di contatti di qualità e profilati.
Sicuramente la costruzione di un Database inizia con la raccolta di indirizzi email o numeri di telefono forniti dal diretto titolare, il quale darà il suo consenso all’utilizzo di questi dati per ricevere qualcosa che per lui abbia un valore aggiunto, quali informazioni o promozioni dedicate.
[ NB: l’Email Marketing si base necessariamente sulle logiche di quello che è stato definito Permission Marketing, ovvero le strategie di marketing che puntano ad ottenere dal consumatore stesso il permesso a comunicare direttamente con lui. D’altronde, se sarà lui stesso a fornire i dati e il consenso al loro utilizzo dovrebbe prestare maggiore attenzione alle comunicazioni ricevute, conferendo maggiore efficacia alle azioni pubblicitarie.]
L’obiettivo dell’attività di costruzione di un Database non è tanto raccogliere una grande quantità di contatti, ma avere contatti che siano di qualità.
In che senso?
Oltre all’indirizzo email, è fondamentale raccogliere per ciascun utente molte altre informazioni utili, quali: nome, genere, data di nascita, luogo di residenza, professione, interessi, e così via.
Perchè?
Ciò permetterà di creare delle comunicazione molto personalizzate e mirate, in grado di confermare o superare le aspettative di chi legge, tenendo sempre attivo il rapporto tra il consumatore e il brand.
Siate sempre consapevoli che si tratta di un’attività certosina, che richiede tempo e pazienza.
Come fare Database Building?
Alla base di una strategia di Database Building ci sta sicuramente la necessità di aumentare e diversificare i cosiddetti Entry Point – ovvero dei punti di iscrizione – al fine di massimizzare l’esposizione dell’utente alla possibilità di lasciare i propri contatti.
Oltre al classico box d’iscrizione sul sito web, ecco alcuni strumenti ‘alternativi’ per far crescere il tuo database di iscritti alla newsletter:
1- Link nella firma aziendale
La tua firma aziendale arriva a tantissime persone esterne all’azienda. Oltre al logo e ai contatti, perché non inserite l’invito ad iscriversi alla vostra Newsletter con in link diretto al forma di iscrizione?
2- Pop-up sul sito web
Chi approda sul tuo sito magari non è ancora pronto ad acquistare i tuoi prodotti, però potrebbe essere disposto a lasciare i propri contatti per rimanere aggiornato. Perché non prevedere un pop-up (non troppo invadente e magari dinamico) per ricordare la possibilità di iscriversi, senza dover sperare che veda il form di iscrizione spesso presente a fine pagina?
3- Pagina Facebook
Sapete quanto tempo in media si trascorre su Facebook ogni giorno? Ben 50 minuti ed è un numero destinato a salire. Lsciarsi scappare la possibilità di intercettare gli utenti di questa piattaforma sarebbe poco strategico. Quindi, potrebbe essere utile creare campagne di sponsorizzazione con i Leads Ads oppure modulare la Call to Action della tua pagina, inserendo il link al proprio sito web su cui è possibile compilare il form e lasciare i propri dati.
4- Download di contenuti rilevanti
Molti utenti sono ben lieti di lasciare il proprio indirizzo email e i propri dati in cambio di contenuti ad elevato valore aggiunto: ebook, paper, webinar, presentazioni, infografiche e similari.
5- Contest e Concorsi
Perché non dare la possibilità di vincere un premio partecipando ad un Contest o un concorso, in cambio di una registrazione a quest’ultimi?
Gli entry point possono essere anche offline, come i touch-point alle fiere o agli eventi, dove è possibile lasciare il proprio contatto email per registrarsi, in cambio di qualche gadget brandizzato.
Database Cleansing vs Database Enriching?
Una volta costruito il nostro Database, dovremo averne molta cura. Bisogna sempre tenere a mente che una lista di contatti subirà delle modifiche nel tempo e può capitare, ad esempio, che alcuni contatti diventino inattivi. In questo caso andranno messe in atto azioni di “pulizia”, ovvero di Database Cleansing, per cui verranno rilevati e rimossi contatti errati, imprecisi, inattivi, irrilivanti. Gestire i contatti infatti richiede un programma e la configurazione di automation, il cui costo spesso aumenta con l’aumentare dei contatti registrati. Un utente inattivo che non apre nessuna delle tue mail ti farà solo sprecare soldi e tempo, danneggiando anche le statistiche relative all’efficacia delle tue mail.
Quando invece, nel corso del tempo, il nostro database si arricchisce di informazioni relative ai diversi contatti ( dalle informazioni demografiche a quelle psico attitudinali, come frequenza e abitudine di acquisto) assisteremo a quello che viene chiamato Database Enriching, il quale si sostanzia di fatto in tecniche e processi di profilazione sempre più profonda ed efficace.
Cosa è la Profilazione?
La profilazione è l’attività di raccolta ed elaborazione dei dati inerenti agli utenti di un servizio, al fine di suddividerli in gruppi a seconda del loro comportamento (segmentazione). Una profilazione puntuale ti permette di raggiungere un elevato grado di personalizzazione nelle comunicazioni, poiché traduce i dati e le informazioni relative ad un utente in campagne email dal contenuto rilevante per quest’ultimo. Uno studio di Marketing Land ha mostrato come le email personalizzate riportino un tasso di conversione 6 volte più alto e tassi di class unici superiori del 41% rispetto alle email standardizzate e anonime.
Quindi, profila, profila, profila!
Come si effettua la Profilazione?
Esistono principalmente due approcci:
- Profilazione unica: è l’approccio più ambizioso e al tempo stesso più ostico, perché richiede al destinatario di compilare form, pagine e questionari piuttosto estesi. La profilazione unica permette di raccogliere una grossa mole di informazioni in un unico frangente.
- Profilazione progressiva: è la pratica di raccogliere nel tempo le informazioni sul potenziale cliente, con l’obiettivo di costruirne man mano un profilo il più possibile completo ed esaustivo. La profilazione progressiva può essere, a sua volta:
- diretta, che si basa su domande esplicite rivolte al destinatario, da cui ci si aspetta la risposta in un clic. Il valore corrispondente alla voce selezionata viene quindi raccolto in automatico e le informazioni vengono aggiunte al profilo dell’iscritto. In questo modo, ottenendo ad esempio il cap di residenza, potrai inviare promozioni a singole aree coperte dal tuo servizio.
- indiretta, che comporta la creazione di una categoria per ogni link inserito nell’email, dove ciascuna categoria di clic corrisponderà a un’informazione, a una determinata espressione di interesse. Nella profilazione indiretta non vi è alcuna domanda esplicita; l’informazione viene desunta da un’azione del destinatario sull’email. L’obiettivo in questo caso è desumere interessi e preferenze di ciascun utente dal suo comportamento sull’email, così da avere le informazioni per orientare le successive campagne di follow-up e determinare quali prodotti e offerte suggerire. Ad esempio, dopo aver inviato una prima mail, potrebbe seguirne una indirizzata solo a chi nella prima ha manifestato un grado di interesse superiore verso un contenuto, tanto da approfondirlo seguendo il link.

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
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E-Commerce e Covid: quando le crisi aiutano le vendite online.
Durante il lockdown gli italiani non hanno smesso di fare acquisti online ed è un dato che sorprende se si pensa che l’incertezza dell’economia dovuta alla crisi sanitaria ha spinto molti di loro ad essere più cauti negli acquisti.
Lo strumento più usato per navigare e comprare è stato lo smartphone con un incremento in termini monetari pari a 12,8 miliardi di euro, 42% in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Lo smartphone inoltre favorisce gli acquisti di impulso, personalizzati sulla base delle informazioni salvate sul dispositivo ed è ovviamente uno strumento omnicanale, ovvero capace di stabilire una presenza nei diversi canali e piattaforme permettendo ai consumatori di comprare, interagire ed essere coinvolto in maniera simultanea e senza nessuna perdita nella customer experience.
I fattori alla base della crescita dell'e-commerce.
- Sviluppo nella progettazione di customer journey nativa mobile.
- Diffusione d’uso dello smartphone come primo strumento di ricerca.
- Miglioramento della connessione e della tecnologia.
Se l’emergenza sanitaria del Covid19 ha causato gravi perdite economiche a livello mondiale, ha spinto anche il consumatore a riprogettare l’esperienza di acquisto favorendo un “salto evolutivo” del negozio online. Dall’inizio del 2020 ad oggi il web ha acquisito 2 milioni di nuovi consumatori: 1,3 arrivano direttamente dalle piattaforme di acquisto nate durante l’emergenza Covid. Il commercio sul web è il settore che crescerà di più a livello mondiale con un aumento stimato del 55%.
E-commerce di prossimità e Modern food retail
Non è un segreto che la crisi abbia obbligato noi consumatori a cambiare radicalmente alcune abitudini. Ma è davvero un risvolto negativo?
No, assolutamente!
Siamo riusciti in pochi mesi a ridisegnare comportamenti di acquisto che sicuramente rimaranno stabili a prescindere dalla crisi che stiamo vivendo: è una opportunità che le piccole e medie imprese non possono farsi scappare. Cambiano le nostre abitudini r cambia, anche, il consumo di cibo.
Tra le modalità d’acquisto in crescita:
- il modern food retail ovvero la distribuzione alimentare a domicilio
- il click and collect ovvero la possibilità di comprare online per poi ritirare fisicamente in negozio: il “compra e ritira” è cresciuto del 349%, e ci si aspetta che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e soprattutto distanziamento sociale. Boom inaspettato e in controtendenza con le grandi catene di distribuzione, quello che viene chiamato “e-commerce di prossimità”, con i piccoli negozi o ristoranti di quartiere che in poco tempo si sono attrezzati per distribuire i loro prodotti, sfruttando le piattaforme online, ma anche semplici tecnologie come Whatsapp, rimanendo così in contatto con i propri clienti.
E-commerce e consegna a casa sono qui per restare e saranno una componente giornaliera delle nostre abitudini anche alla fine dell’emergenza.
Negozi e ristoranti come possono tempestivamente ripensare il business?
Se avete già sviluppato un buon sito web usatelo per comunicare con i vostri clienti, informare delle misure che avete adottato per lavorare e spedire prodotti a casa in sicurezza o segnalare il catalogo dei prodotti disponibili. Assolutamente consigliate le chat di supporto, rigorosamente one to one: in questo momento il sostegno anche per piccole difficoltà è fondamentale per stabilire un rapporto di empatia e fiducia con il cliente.
Ma anche per i negozi “tradizionali” è il momento giusto per pensare allo sviluppo di una presenza online. Come? Utilizzando le diverse piattaforme di e-commerce disponibili per rendersi rapidamente operativi o appoggiandosi a chi già lo fa.
Con le funzioni di shop su Facebook e Instagram, e le funzioni specifiche di Whatsapp Business, si può iniziare a fare e-commerce pur senza avere la propria piattaforma e senza grandi investimenti. Anche se, va detto, nulla è più performante e produttivo, soprattutto per il marketing, di uno shop sviluppato sul proprio dominio.
E la pubblicità?
Anche la pubblicità online ha registrato un fenomeno molto importante: il costo medio della pubblicità online è diminuito, a causa della sospensione delle campagne da parte di grandi player: molti spazi solo stati lasciati liberi da grandi investitori, a favore di nuovi inserzionisti più piccoli, con budget più limitati e quindi con maggiori possibilità di visualizzazione: il CPC (costo per click) è crollato. Inoltre Facebook sta stanziando fondi pubblicitari di supporto alle piccole imprese anche italiane, per incentivare la ripartenza dei piccoli produttori.
Oggi pensare ad una campagna pubblicitaria online costa molto meno rispetto a prima del COVID, ma questo non significa che sia sempre facile. Il fai da te in questo settore è molto usato, soprattutto sui canali social come Facebook e Instagram; social particolarmente seducenti nell’incentivare l’inserzionista a lanciare campagne Ads. Peccato che gli strumenti basici che i meno esperti possono utilizzare, non soddisfano davvero le necessità che l’imprenditore spesso non sa di avere e che un buon Social Media Advertiser conosce per ottimizzare la campagna, traendone il massimo dei benefici, ad esempio un costo per contatto molto basso, o un alto volume di click a fronte di investimenti irrisori.
Conclusioni
In conclusione, la domanda che molte aziende si pongono è se sarà possibile fare e-commerce di qualità ai tempi del Covid. Sarà facile sopravvivere alla crisi? Il vostro ristorante saprà adattarsi al momento di incertezza magari ripensando a nuove formule come il delivery? La risposta è si, a patto che si scelga per una pianificazione ragionata e professionale delle attività di marketing digitale.
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Sono Elena Mistretta, amo la comunicazione e tutto ciò che stimola la curiosità.
Ho imparato a conoscere le persone muovendomi per il mondo, amo viaggiare e sono sempre alla ricerca di nuove esperienze, luoghi e persone che possano insegnarmi a migliorare la mia visione delle cose.
Yoga addicted, nature lover e mamma a tempo pieno!
L’email è morta? Assolutamente no!
Caro imprenditore, oggi ti darò qualche buon motivo per considerare l’Email Marketing come parte integrata della tua strategia di comunicazione.
Cosa è l’Email marketing?
È una forma di marketing diretto che utilizza la posta elettronica per promuovere i prodotti e i servizi della tua azienda.
In generale, l’email marketing può aiutare i tuoi clienti a conoscere gli ultimi prodotti o servizi offerti e sicuramente svolge un ruolo fondamentale nell’affermazione e rafforzamento del tuo brand nella mente del consumatore, mantenendo quest’ultimo sempre coinvolto nel processo di acquisto.
Qualche rapido numero sull’Email Marketing
All’ascesa e al successo di un nuovo media, di una nuova tecnologia o di un nuovo metodo di comunicazione si pensa subito che tutto ciò che avevamo usato fino a quel momento, probabilmente finirà nel dimenticatoio. Magari anche tu o qualcuno intorno a te avrà esclamato “L’email è morta! Non si usa più…”
Devo svelarti un segreto: l’email è viva e vegeta!
I numeri, d’altronde, parlano chiaro.
Una ricerca, condotta negli USA, ha dimostrato che l’84 % degli intervistati controlla la propria casella di posta almeno una volta al giorno. Tra gli intervistati la percentuale più alta è di chi controlla la casella da 2 a 5 volte (il 36%), segue chi controlla la posta una volta al giorno (21 %), al terzo posto invece da 6 a 10 volte al giorno (il 12 % degli intervistati).
Nella stessa indagine è emerso che la posta in entrata in molti casi è il primo pensiero del mattino. Nella maggior parte dei casi gli intervistati hanno dichiarato di controllare prima di ogni altra cosa la casella di posta (58 %), altri invece il browser (20 %) e solo al terzo posto i social media (ad aprirli è il 14 % delle persone).
E ancora:
- Nel 2018, gli utenti di posta elettronica a livello globale ammontavano a 3,8 miliardi. Questa cifra è prevista in crescita fino a 4.3 miliardi nel 2022. Le email raggiungono oltre l’80% della popolazione adulta del mondo, mentre Facebook ha poco più di 2 miliardi di utenti attivi mensilmente e Twitter solo 336 milioni.
(Statista) - Il numero di email inviate e ricevute ogni giorno salirà da 269 miliardi nel 2017 a 333 miliardi nel 2022, una crescita del 23% che segue la diffusione delle connessioni a internet su tutto il pianeta.
(Statista)
Perchè fare Email Marketing
Ti ho appena fornito tre buoni motivi per utilizzare la mail come mezzo di comunicazione:
- Ha un elevato numero di utenti
- È la prima cosa che si controlla su internet la mattina
- Viene controllata spesso
Ma non è finita qui.
L’email è:
Veloce. Rispetto al marketing diretto tradizionale, l’email marketing è quasi immediato: una volta spedita, i tempi di ricezione e lettura sono praticamente nulli e dunque trascurabili.
Efficiente. L’email è lo strumento che genera il ROI più alto: secondo le rilevazioni svolte da DMA per lo studio Marketer email tracker 2018, il ritorno sull’investimento delle aziende è stato del 3.800%. Questo significa che per l’Email Marketing ha generato 38$ per ogni dollaro speso.
Diretta, personale e non intrusiva. E’ un canale di comunicazione diretta e costituisce il contatto più “intimo” che un’azienda possa stabilire con clienti e potenziali tali, dal momento che dà vita a una comunicazione “uno a uno”.
Duttile e personalizzabile. E’ il canale che offre alle aziende il maggior potenziale di personalizzazione. È infatti possibile comporre automaticamente le email con i contenuti più adatti per ogni destinatario, assecondando caratteristiche, esigenze e precedente comportamento di ciascuno.
Automatizzabile. L’email automation è quell’insieme di attività che permette a un’azienda di inviare, programmare e gestire le campagne email (promozionali ma anche newsletter o messaggi transazionali) grazie agli automatismi: quest’ultimi non sono altro che regole che innescano azioni specifiche quando quelle condizioni si verificano.
Misurabile: se si utilizza una piattaforma di invio, è possibile tracciale i risultati di qualsiasi invio, dai tassi di recapito a quelli di apertura, fino a quelli di clic.
I goal dell’Email Marketing?
Sicuramente gli obiettivi che permette di raggiungere un’attività costante di Email Marketing non sono da sottovalutare.
Prima di tutto, permette di rafforzare la relazione con i propri clienti, costituendo pertanto uno strumento fondamentale per la fidelizzazione. Gli studi dimostrano che il costo per acquisire nuovi clienti è in media dalle quattro alle dieci volte maggiore rispetto al costo per mantenere clienti già esistenti.
Perché, quindi, non “coccolarli” proponendo loro offerte speciali o facendo loro gli auguri di Buon compleanno?
Ciò permetterà di ricordare costantemente chi siete, rafforzando la Brand Awareness: finchè un marchio resta nella mente di un consumatore, le possibilità di vendita godono di molte più probabilità di successo!
Infine, ma non meno importante, l’Email Marketing ti permette di generare nuovi contatti, in termini di Lead Generation (leggi articolo), contatti “di qualità” con un’elevata probabilità di conversione.
Come?
Attraverso questo modello di business, sono gli stessi utenti che esprimono il proprio interesse per i prodotti e i servizi offerti e che cercano di mettersi in contatto con l’azienda, lasciando i propri dati per essere ricontattati o per ottenere in cambio benefici e comunicazioni specifiche.
Gli strumenti dell’Email Marketing?
Se ti stai chiedendo come tutto questo si sostanzia, la risposta è nell’invio di comunicazioni che a seconda dell’obiettivo che vogliamo raggiungere, si chiameranno in modo differente:
- NEWSLETTER: per informare
- DEM: per vendere
- TRANSAZIONALI: per mantenere la relazione
Più nello specifico:
– La Newsletter è un contenuto editoriale e/o commerciale inviato a cadenza regolare. Il formato segue uno schema identico a ciascun invio per agevolare il riconoscimento e la lettura da parte del destinatario.
– Per DEM – Direct Email Marketing si intende l’invio di un messaggio email con l’obiettivo di vendere (offerte, servizi aggiuntivi, up selling).
- Le email Transazionali sono messaggi email con contenuto personalizzato inviati a singoli destinatari. Possono comunicare l’attivazione di un servizio, la conferma di una registrazione, l’invio di una fattura o gli auguri di compleanno.
Tra le differenze più evidenti tra Newsletter e DEM vi sono quindi:
- la periodicità: la frequenza di invio di una DEM è occasionale, la frequenza di invio di una newsletter è calendarizzata; per quest’ultima, quindi, sarà previsto un piano editoriale strutturato e strategico
- il layout grafico: la grafica di una DEM è studiata ad hoc per il singolo invio, ha un alto impatto grafico e una call to action ben identificata con uno specifico obiettivo di vendita. La grafica di una newsletter segue un layout prestabilito che facilita il riconoscimento del messaggio, la lettura di quest’ultimo e il coinvolgimento del lettore.
Da dove si inizia per fare Email marketing?
Sicuramente, dalla creazione di una bella mailing list.
La mailing list non è altro che una raccolta di indirizzi email che ricevono messaggi da parte di un mittente – un’azienda nel nostro caso – a cui hanno accordato il consenso. Un concetto un po’ obsoleto e superato della mailing list la vedeva come un unico contenitore indifferenziato di destinatari , oggi invece viene concepito come un sistema composito e al suo interno diversificato, nonché un corpo variegato e stratificato in gruppi e segmenti, che raccoglie caratteristiche, interessi ed esigenze di ciascun destinatario.
Serviranno anche un CRM per gestire le automazioni e monitorare i risultati.
Dovrai aggiornare la tua privacy policy per tutelare i diritti degli utenti riguardo alla gestione dei dati sensibili.
E ti servirà un calendario editoriale in cui organizzare gli invii programmati.
Serve altro? Molto altro!
Ma di cosa si tratta te lo svelerò in un articolo dedicato!

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.