Effetto Alone, quando bello diventa bravo

È un errore universale, appartiene infatti a tutto il genere umano e accade ogni giorno, più volte al giorno e in più ambiti.

Qualcuno lo definisce semplicemente errore di giudizio.
L’effetto alone è un processo mentale che nella comunicazione viene ampiamente sfruttato dalle aziende.

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Spot Nespresso – Anno 2015

Cos’è l’effetto alone

Ti è mai capitato di voler acquistare online un prodotto di cui non avevi mai sentito parlare prima solo dopo averne visto una presentazione video che ne esaltasse la bellezza e il design?

Hai mai acquistato un prodotto da scaffale perché il packaging era davvero fighissimo o perché presentato in pubblicità da una star decisamente attraente?

Hai mai ritenuto una persona estremamente bella e affascinante, anche capace di cose che poi nella realtà dei fatti non era in grado di svolgere al meglio?

Immagina un laureando in medicina che presenti la sua tesi di laurea in jeans e canottiera di fronte alla commissione.
O un avvocato che sviluppi la sua difesa in bermuda e infradito in piedi dinanzi al giudice.

Sfortunatamente il nostro cervello utilizza il dato della bellezza per sviluppare tutte le altre percezioni.
La vista è infatti uno dei sensi più determinanti per lo sviluppo delle sensazioni sensoriali.

Immagina di toccare un oggetto disgustoso con gli occhi bendati. Probabilmente la sensazione di disgusto reale la svilupperesti solo dopo aver tolto la benda, avendo semplicemente fino a quel momento compreso di avere tra le dita una sostanza scivolosa o umida.

È questo che facciamo, attribuiamo delle qualità positive a tutto ciò che appare bello esteticamente.
Creiamo pregiudizi negativi verso ciò che non si mostra sufficientemente affascinante, e viceversa riserviamo molta fiducia in coloro che si presentano molto bene.
Non è certo una cosa nuova. Pensa ai rappresentanti, gli assicuratori, i bancari di un tempo. Se l’obiettivo era ottenere la fiducia del cliente, il look e la cura del proprio aspetto erano il primo fondamentale passo.

Riassumendo dunque, l’effetto alone è il processo mentale che ci induce ad attribuire una certa caratteristica a qualcosa o qualcuno partendo da un’altra sua caratteristica.

La conseguenza sulle risorse umane

Un eccellente talent scout o chiunque lavori nel settore del reclutamento e delle risorse umane dovrebbe essere immune dall’influenza dell’effetto alone.

Se si vuole cercare un collaboratore davvero affidabile e che sappia farsi carico delle sue mansioni con impegno e diligenza, è necessario imparare a non cadere nel tranello che l’aspetto fisico potrebbe rappresentare.
Un collaboratore ordinato e ben vestito, che si esprime correttamente potrebbe anche non essere il miglior candidato possibile.

Per questo motivo le aziende più strutturate costruiscono un percorso selettivo in cui il candidato è costretto a misurarsi con alcune prove pratiche effettuate da selezionatori diversi.
La combinazione dei diversi risultati e l’opinione di più esaminatori costruiscono un profilo più accurato del candidato.

Si è registrata l’influenza dell’effetto alone anche in ambito giudiziario, laddove il giudice si è dimostrato maggiormente benevolo nei confronti di imputati di bell’aspetto nel deciderne la sentenza e gli anni di detenzione.

L’effetto alone nel marketing

Ciò che appare bello è desiderabile.

Questo è il principio che indirizza la comunicazione pubblicitaria. Per questo motivo non si può lasciare al caso l’aspetto pubblicitario dei nostri prodotti o servizi.
In questo ambito acquisiscono maggior valore il design e il packaging.
Quando però parliamo dell’aspetto pubblicitario di un prodotto non intendiamo il modo in cui fisicamente appare ai possibili clienti, ma tutte le attività digitali e non finalizzate alla promozione del servizio stesso.
La qualità delle fotografie utilizzate nei cataloghi, la struttura grafica di un depliant, la consistenza della carta di un menu al ristorante, la facilità di navigazione di un sito internet da più device, il coinvolgimento dei contenuti social.

Qualsiasi azione di marketing che riesca a suscitare un’interazione con il pubblico deve essere curata e di alta qualità.
Ogni azione, ogni contenuto, contribuisce alla costruzione dello status di un prodotto.

La cosa davvero interessante è che l’uomo non è in grado di comprendere quando l’effetto alone ha avuto inizio e in quali valutazioni ha giocato un ruolo importante.

Questo significa, banalmente, che se riusciamo a fare un’ottima prima impressione sul nostro cliente, ci saremo guadagnati una silenziosa voglia di giustificare anche le piccole sbavature, o addirittura che quest’ultime passino come qualità positive.

Non è diverso da ciò che accade tra innamorati che nei primissimi mesi di innamoramento riescono a perdonarsi difetti e sviste che una coppia sposata da anni invece affronta con nervosismo e rabbia.

Hai mai visto come le aziende utilizzano l’effetto alone per promuovere il proprio prodotto?

Quante volte ti sei soffermato ad ammirare la perfezione dei panini di McDonald’s? Goditi il “McAlone”

Il BB pensiero

A tal proposito vogliamo citare una frase davvero significativa di Franck Pick, l’ideatore del celebre logo della metropolitana londinese ed esperto di design urbano e industriale, una frase che campeggia sui supporti cartacei che utilizziamo durante le nostre consulenze, a ricordarci il motivo per cui è importante il valore del nostro lavoro a supporto di aziende e professionisti.

Good Design is a Good Business.

A buon intenditor…