Unique selling proposition: qual è la tua proposta di valore?
La unique selling proposition è la carta vincente di ogni brand, quello che permette di differenziarsi e di raggiungere un posizionamento unico sul mercato. In questo articolo abbiamo visto come si definisce una brand identity e l’importanza di rispondere alle domande “cosa vogliamo fare?” e “come vogliamo farlo?” quando si inizia a dar vita a un nuovo brand. Queste due domande, per quanto importanti, non sono però del tutto sufficienti. Manca ancora un tassello, una tessera del puzzle che aiuta il brand a posizionarsi in maniera inequivocabile: il perché. Trovare la risposta al “Perché facciamo quello che facciamo?” è ciò che può rendere davvero unico un brand, muovendo in maniera coerente e focalizzata ogni scelta di prodotto, di comunicazione, di marketing. Ed è anche ciò che aiuta a mettere nero su bianco la unique selling proposition. Era il 1952 quando il pubblicitario Rosser Reeves, autore, tra gli altri progetti, anche della campagna politica del presidente Eisenhower, definì in maniera chiara e sintetica il concetto di unique selling proposition. Letteralmente tradotto come “proposta unica di valore”, la unique selling proposition è quell’elemento o quella caratteristica di un prodotto, servizio o brand che lo rende unico e distinguibile da tutti gli altri competitor. Può essere intrinseca al prodotto o al servizio stesso, o una qualità collaterale che caratterizza una modalità di consegna o di distribuzione a vantaggio del cliente. Non tutti i prodotti o i servizi, infatti, hanno necessariamente qualcosa di unico e speciale. A meno che non si inventi qualcosa di completamente nuovo e mai visto prima, è anzi difficile trovare l’elemento distintivo all’interno del prodotto. Ecco perché trovare la unique selling proposition è un compito arduo e richiede tempo, riflessioni e più di una risposta alla domanda madre di questa ricerca: il fantomatico perché. Preparati a una lunga seduta di analisi complessiva del tuo brand, della tua azienda e del tuo target: la definizione della propria USP è un incrocio di tutti i partecipanti del tuo brand, nonché delle tue aspirazioni e delle aspettative concrete di crescita per la tua azienda. Partiamo dalla fine, ossia dal target. L’immedesimazione è fondamentale per definire il tuo cliente ideale (buyer persona) e per scoprire cosa vuole veramente dal tuo prodotto, perché dovrebbe preferire te, e in che modo puoi risolvere i suoi problemi. Non è il prodotto in sé, ma la consapevolezza di poter risolvere i propri problemi che spinge un cliente all’azione dell’acquisto. La tua unique selling proposition non può non tener conto di questo fattore, e deve sicuramente includere un vantaggio molto forte a favore del potenziale acquirente. Ok, il tuo prodotto può aiutare il cliente a risolvere un problema pratico. Perché dovrebbe comunque scegliere il tuo, tra tanti altri prodotti che possono migliorare comunque la sua vita, magari anche ad un prezzo inferiore? Qui entra in gioco la creatività, il pensiero laterale che ti permette di identificare, o creare ad hoc per il tuo prodotto/servizio, un carattere unico e distinguibile che diventa immediato vantaggio per il cliente. Amazon ha basato tutta la sua fortuna come e-commerce online su una fortissima unique selling proposition: il cliente è al primo posto, soprattutto nella fase post-vendita. Grazie a un customer service perennemente attivo e a modalità di reso tutte a vantaggio del cliente, Amazon ha ridotto drasticamente le lunghe attese di assistenza e rimborso. Il corriere ritira il pacco per il reso direttamente al domicilio del cliente, porta l’etichetta senza che il cliente debba stamparla e il rimborso è emesso immediatamente appena il ritiro è avvenuto. La soddisfazione del cliente, quindi, rimane anche se non ha potuto tenere con sé il prodotto desiderato e ordinato. Questo tipo di servizio porta a scegliere Amazon anche se il prezzo del prodotto è un po’ più alto rispetto alla concorrenza. È proprio la consapevolezza di essere assistiti in un certo modo che spinge la persone, in molti casi, a propendere per l’acquisto su questa piattaforma. “Perché fai quello che fai?”. Torniamo alla domanda originaria. Perché vuoi vendere quel prodotto, o quel servizio? Cosa vuoi dare ai tuoi clienti di incomparabile e irrinunciabile, che nessun altro prodotto o servizio può fornire o garantire come te? Qualsiasi sia la risposta, mettila nero su bianco. Scrivere il tuo perché, la tua reason why, ti aiuta a capire come proporre e posizionare in maniera unica il tuo brand. Farlo solo una volta, però, potrebbe non bastare; la prima risposta è sempre viziata da una certa oggettività, una risposta sincera, ma ancora troppo orientata al cliente e poco alla tua azienda. Per scavare più a fondo, prova a fare questo esercizio: aggiungi un “perché” alla risposta che hai dato. Otterrai una seconda risposta che inizia già ad avvicinarsi alla tua vera reason why, ma potrebbe non essere ancora sufficiente. Approfondisci con un altro “perché” davanti alla seconda risposta, e così via finché non ne avrai scritte almeno quattro. Eccola lì. La quinta (a volte basta la quarta) risposta è la tua vera reason why. È il vero motivo per cui ti alzi dal letto ogni giorno e vai a lavoro. Ed è anche la tua vera unique selling proposition, la proposta di valore unica su cui basare tutta la costruzione della tua brand identity. A questo punto sai perfettamente perché la tua azienda crea un determinato prodotto o servizio per un target di clienti ben definito, del quale conosci aspirazioni, problemi, stile di vita. È il momento di posizionare il tuo brand sul mercato, a partire proprio dalla proposta di valore che offri ai tuoi clienti. La USP deve sempre essere presente nella tua comunicazione, a partire dal payoff, che contiene in pochissime parole la reason why del tuo brand, e continuando su spot TV, campagne virali, social media, contenuti per il web, packaging e tutto quello che segue. Il posizionamento avviene in maniera naturale quando ogni forma della tua comunicazione segue la tua USP. Le persone sanno bene cosa fai, come puoi aiutare a risolvere i loro problemi e quale vantaggio hanno scegliendo te e non qualcun altro.Unique selling proposition: perché fai quello che fai?
Come trovare la tua unique selling proposition
Il target
Il vantaggio
Trovare la reason why: un esercizio pratico
Dalla unique selling proposition alle campagne pubblicitarie

Ciao, sono Simona e una delle prime parole che ho pronunciato è stata “panna” (penna, ma sono palermitana e tendo ad aprire le vocali).
Ho iniziato a scrivere per raccontare, per informare, per non dimenticare impegni, per appuntare idee e per far divertire.
Così sono finita a fare la copywriter. Con tutto rispetto per tutti, il mio è il lavoro più bello del mondo.
Creare contenuti di qualità per il sito del tuo ristorante
A cosa serve creare contenuti di qualità per un ristorante? E soprattutto a cosa ci si riferisce quando si parla di qualità dei contenuti sul web? Si tratta di contenuti autorevoli o semplicemente scritti bene?
In media stat virtus, direbbe Aristotele. La risposta sta nel mezzo.
I buoni contenuti nel web sono quell’insieme di testi, parole, post sui social e anche video e foto che contengono informazioni utili e “di valore” per chi le legge. Sono contenuti sì scritti bene, ma anche autorevoli.
Non serve essere laureati ad Harvard o scrivere in modo eccellente stando attenti solo alla correttezza grammaticale (cosa fondamentale, eh!), piuttosto si tratta di raccontare qualcosa con l’obiettivo di conquistare i tuoi interlocutori.
Fare content marketing significa tirare una linea di confine molto sottile tra due termini tutt’altro che sinonimi: pubblicizzare e promuovere.
Nel primo caso chi parla diffonde un messaggio in modo puramente commerciale, nel secondo invece si tratta di raccontare un’azienda parlando dei suoi valori, descrivendone le esperienze, proponendo soluzioni a problemi di varia natura.
In poche parole si tratta di coinvolgere il lettore comunicando qualità, tue e del tuo ristorante.
Cos’è il content marketing
Darlene Rondeau definisce il content marketing “una tecnica di marketing per ideare, creare e distribuire contenuti di valore, rilevanti e coerenti, per attrarre e acquisire una definita Audience, con l’obiettivo di guidarla verso un nuovo ruolo di cliente”.
È proprio questo che fa un contenuto sul web, riesce a convertire il lettore in cliente, incuriosendo, affascinando.
Ovviamente non può essere il tuo unico strumento di marketing, ma va inserito all’interno di un progetto più ampio di digital marketing che coinvolge il tuo ristorante.
Il content marketing per il food è un elemento trasversale che va applicato in modo coerente e strategico in tutte le piattaforme che sceglierai di utilizzare per comunicare la tua attività imprenditoriale, dal sito web al blog aziendale, dai social alle newsletter degli eventi.
Ti starai chiedendo: da dove si comincia? Di cosa devo parlare sul sito web del mio ristorante? Prima di capire cosa scrivere, fai un passo indietro. Serve una strategia, una pianificazione per capire quali contenuti distribuire nel web e in che modo.
Dividiamo dunque il content marketing in tre fasi: idea, creazione, distribuzione.
Fase 1 – Strategia: come progettare contenuti di qualità
La prima fase di lavoro risponde a una domanda ben precisa che ti dovrai porre per non perdere di vista il tuo obiettivo: “A cosa mi serve questa azione?”.
Rispondendo a questa esigenza, andrai quindi a decidere le strategie da mettere in atto, gli strumenti e le tattiche da utilizzare, i media da sfruttare e le risorse umane da impiegare per portare il tuo ristorante sul web.
In base alle strategie avrai modo di individuare il tuo interlocutore, definendo il linguaggio e il tono di voce con cui parlargli. Quindi dovrai scegliere gli argomenti (topic) di cui parlare, con quale frequenza pubblicare i contenuti e in che modo creare quel coinvolgimento che è anche l’obiettivo della tua comunicazione aziendale. In poche Parole ti servirà un PED.
Un piano editoriale digitale è lo strumento da cui partire per organizzare e calenderizzare i contenuti, scegliere strumenti e tools per cercare e personalizzare le immagini e i video, gli editor di testo per scrivere gli articoli, le fonti da cui attingere per approfondire e confutare.
Oltre la strategia attenzione alle tattiche, tutti gli elementi che ti serviranno per veicolare altri messaggi sempre inerenti alla tua attività. Parliamo ad esempio di eventi organizzati nel tuo ristorante, incontri e degustazioni, ma anche contest sui social per rendere virale un post, o almeno provarci.
Dove vuoi distribuire i contenuti? Sicuramente sul tuo sito web, al cui interno dovrai ospitare un blog aziendale. Non dimenticare poi i social, scegliendo quelli che più fanno al caso tuo, o più al caso dei tuoi migliori clienti.
Fase 2 – Creazione contenuti: come scrivere contenuti di marketing
Se la fase 1 della strategia e del PED sono imprescindibili, La fase 2 di content creation è quella che richiede il maggior dispendio di energie e risorse, perché è il vero momento operativo in cui ti troverai a tu per tu con il magico mondo del content marketing per il food. Creare contenuti per il proprio sito non significa solo scrivere articoli per il blog o post per Facebook, vuol dire anche produrre supporti visual (foto e video) o registrazioni (ad esempio un podcast).
Gli argomenti di cui parlare possono essere infiniti. La foto di un piatto, un articolo di approfondimento sulle materie prime utilizzate nel tuo ristorante, un video su una lezione di cucina, un podcast in chiave scientifica sui benefici nutrizionali di determinati ingredienti (Hai mai pensato di usare la tecnica ASMR per i tuoi piatti?)
“Come faccio a capire se ho creato dei contenuti di qualità?”
L’obiettivo non è essere perfetti, bisogna essere coerenti.
Mettiti sempre dalla parte del tuo lettore ideale, ritorna più volte sullo stesso pezzo, non avere fretta e rileggilo ad alta voce.
Puoi anche identificare un tester, qualcuno che rappresenti bene i tuoi valori e che potrebbe essere un tuo cliente, che possa darti un feedback sincero su ciò che produci. Infine chiediti:
- Il mio contenuto è esteticamente attraente?
- Il messaggio è chiaro e diretto? Arriva al cuore di chi lo legge?
- La formattazione agevola la lettura, è semplice e intuitiva?
- La parte grafica è in linea con il mio brand?
- Sono riuscito a raccontare la storia e i valori del mio ristorante?
Fase 3 – Distribuzione: come promuovere contenuti per il web
Il tuo contenuto è pronto. Lo hai letto più volte, hai controllato che ogni cosa sia al posto giusto e adesso sei pronto per pubblicarlo. Renderlo visibile sul tuo sito web però non è sufficiente, oggi gli algoritmi e i motori di ricerca sono spietati. La quantità di contenuti sul web distrae i tuoi potenziali clienti. Se vuoi fare una buona distribuzione, devi ricorrere alla promozione.
Promuovere contenuti sul web vuol dire:
- Condividere: programma l’uscita del tuo contenuto attraverso post sugli account del tuo ristorante sui social network
- Misurare: analizza i risultati del tuo lavoro attraverso strumenti di web e social analytics
- Curare: interagisci con la community, modera i commenti, monitora le interazioni e i like, rispondi alle recensioni e ai feedback
- Amplificare: condividi il link al tuo contenuto su altri social, gruppi social tematici, forum e altri siti, includilo nella newsletter o proponilo a siti e riviste di settore
- Rilanciare: riproponi lo stesso contenuto a scadenza prestabilita, crea degli appuntamenti in cui rilanciare i contenuti che hanno avuto maggiore diffusione.
In Conclusione
Mettere in atto tutto questo non è semplice, nessuno può riuscirci senza dedicarci il giusto tempo o coinvolgendo qualche competenza specifica. Ma se riuscirai a comprendere il valore di ognuna delle fasi descritte, avrai compiuto il passo più importante per te e per il tuo ristorante, quello della consapevolezza.

Ciao, sono Nazareno, uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.