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Fenomeno TikTok: Passatempo o Strategia di marketing?

Il fenomeno TikTok è più di un passatempo disinteressato e può diventare uno strumento prezioso da inserire all’interno di una strategia di marketing aziendale. Vuoi saper come? Qui di seguito alcuni consigli utili per comprendere il nuovo media.

“Make every second count”. Dai importanza ad ogni secondo, è il leitmotiv che accompagna questo nuovo social media che, dopo aver conquistato la generazione z e la generazione alpha, sta acquisendo sempre più utenti anche dalle fasce più adulte dei millenials. 

Chi di noi non ha almeno una volta provato a “fare un tiktok” o non è rimasto contagiato dalla bizzarria dei video di amici, intenti ad eseguire una performance davanti alla telecamera dello smartphone?

Come è nato TikTok? 

Il social è stato lanciato nel 2016 dalla società cinese BityeDance, con il nome di Douyin.

La nascita vera e propria di TikTok come lo conosciamo attualmente è avvenuta, però, nel 2018, dopo che ByteDance ha unito questa piattaforma a Musicaly. È proprio questa provvidenziale fusione l’origine del suo successo, dato che Musicaly aveva già una community su scala globale e un Know-how già ben strutturato. 

Ciò ha permesso di far leva non solo su una community già sviluppata, ma anche su una profonda conoscenza del target e del mercato di riferimento. A differenza di altri social, TikTok non è partito da zero nella creazione del suo network, come invece ha dovuto fare Facebook.

Punti di forza di TikTok. 

Il fenomeno TikTok basa la sua strategia proprio sulla creazione di video brevi e sulla creatività dell’utente, che condivide momenti di vita quotidiana al ritmo di musica, e sulla costruzione di comunità virtuali che condividono passioni.

L’utilizzo del visual storytelling, che è uno dei trend in crescita in questo 2020, permette di differenziarsi e creare una connessione emotiva con i follower. 

Immediatezza, accessibilità e funzioni intuitive sono caratteristiche vincenti dell’app. 

Quale è il target di TikTok? 

Attualmente TikTok è visto come un social network giovane, caratterizzato dalla presenza dominante della Generazione Z (il 41% degli utenti della piattaforma è nell’età compresa tra i 16 e i 24 anni). Tuttavia il bacino di utenza con specifici interessi, si sta ampliando sempre di più. 

L’elemento che accomuna generazioni diverse è il fatto che TikTok rappresenta lo specchio ideale di una società che si sente creativa e fuori dagli schemi e che sente il desiderio di esprimere velocemente e online il proprio stato d’animo. 

I motivi di successo di TikTok.

Il successo è sempre il risultato della combinazione di più ingredienti. Vediamone alcuni:

Creatività del contenuto rivolta alla Gen Z

La creazione di contenuto da parte degli utenti su TikTok è un fattore differenziante rispetto al vicino Instagram. 

A differenza di quest’ultimo, TikTok possiede infatti una gamma più ampia di filtri ed effetti da applicare alle clip, oltre che ad un video-editor tanto intuibile quanto efficace. La combinazione di questi aspetti porta a possibilità creative potenzialmente infinite ed è un polo di attrazione per gli utenti.

Diventare content creators, con uno smartphone in mano, non è stato mai così semplice!

Relazioni e comunità virtuali

I tik toker sono incoraggiati a relazionarsi gli uni con gli altri attraverso video risposta, sfide o duetti. Ora più che mai, questa è una componente essenziale. Il social permette di costruire relazioni divertenti a “distanza”. 

Inoltre i video possono essere condivisi sulle altre piattaforme. 

Diverse le comunità virtuali nate sul social. Basta inserire l’hashtag giusto e il gioco è fatto. Musica, sport, cibo, make-up e prodotti preferiti, non c’è limite ai tiktok, non ci sono limiti per i tik tokers. 

Ed esattamente come successo in altri social, chiunque può ambire a diventare una star con milioni di follower.

User Experience immediata e AI-driven

TikTok cura la sua user experience distinguendosi così dalla concorrenza: una volta aperta l’app, e senza neanche il bisogno di registrarsi, l’utente si ritrova subito nel feed e visualizza la prima di infinite clip create dagli utenti.  

L’esposizione immediata al contenuto permette di entrare nel vivo della piattaforma, aumentando l’interessa e la partecipazione dell’utenza. È come arrivare ad una festa e ritrovarsi catapultati in pista da ballo senza neanche conoscere il festeggiato. 

A questa componente è direttamente collegata l’AI. I dati raccolti vengono inseriti in algoritmi di apprendimento automatico, che perfezionano la qualità del feed e migliorano l’esperienza, incoraggiando un maggiore coinvolgimento e generando più dati da reintegrare negli algoritmi. Si sviluppa in tal modo un ciclo di vita dei contenuti che porta ad un costante miglioramento della user experience. In altre parole, come in altre piattaforme, l’algoritmo si nutre delle preferenze dell’utente per mostrargli contenuti graditi che lo indurranno a rimanere per più tempo a “swipappare” tra le clip.

Moneta virtuale: la ricopensa che fa gola

TikTok offre acquisti di monete in app (coins) che gli utenti possono ottenere e devolvere ai creators. I prezzi negli USA partono da 1,39$ per 100 coins, fino ad arrivare a 139$ per 10.000.

Questa rappresenta una delle modalità con cui i giovanissimi possono guadagnare attraverso la propria attività online. Dopo aver acquistato le monete virtuali possono comprare delle emoj personalizzate, da inviare al proprio muser preferito – termine che indica chi si esibisce su TikTok –  in occasione di una diretta in live streaming.

Al muser destinatario del dono arriva il 50% delle monete effettivamente acquistate dagli utenti, la parte restante viene suddivisa tra la piattaforma e Apple Store.

Perché la tua azienda dovrebbe aggiungerlo alla strategia di marketing?

Non pensare che TikTok sia solo un social dove i ragazzini sprecano tempo, commetteresti lo stesso errore che forse hai fatto dieci anni fa con Facebook o qualche anno dopo con Instagram. Forse ai tempi di Musicaly era legittimo pensarlo, ma oggi TikTok ha ampiamente superato l’esame di fenomeno temporaneo, diventando con forza un’abitudine radicata. Le sue potenzialità sono in crescita. 

 Molte aziende ne hanno già colto la sfida, integrandolo nella loro strategia di social media marketing. 

Nike, Fenty Beauty, Apple Music, Bayern Monaco, Washington Post, per citarne alcune, producono regolarmente tik tok. 

Ciò che spinge all’utilizzo è il fatto di raggiungere il target attraverso la creatività dello storytelling con tassi di interazione veramente elevati. Cosa c’è di più efficace che presidiare i luoghi in cui il target trascorre più tempo? 

Cosa è necessario fare per implementare una strategia di TikTok Marketing?

Aprire un canale e ottimizzarlo 

L’apertura di un canale può sembrare una cosa banale, a patto che si completino tutti gli step richiesti.

Bisogna curare e ottimizzare ogni aspetto del profilo, quali:

  • Nome profilo (deve essere uguale a quello utilizzato negli altri social, quantomeno per le aziende);
  • Biografia (La descrizione deve essere strettamente legata al brand. Ciò che scegli di condividere in pochi caratteri deve essere rappresentativo della tua storia, della tua offerta e dei tuoi valori e deve essere in grado di spiegare agli utenti di cosa ti occupi. Puoi anche decidere di inserire il tuo hashtag all’interno della descrizione);  
  • Immagine del profilo;
  • Link che rimandano agli social dell’azienda;

Crea contenuti attraenti e di valore

Su TikTok è indispensabile creare video originali e in linea con la comunicazione aziendale.

Utilizza un approccio diretto e semplice per connetterti con i tuoi fan. Le parole chiave devono essere “intrattenimento” e “originalità”. Evita contenuti ingessati e tradizionali che risulteranno quasi certamente noiosi. Piuttosto dai sfogo alla creatività e cerca la sintonia giusta con il target.  

Prima di pensare al contenuto del video o allo stile è necessario definire una visione di insieme sul messaggio che vuoi veicolare e sugli argomenti che vuoi trattare. Alcune aziende scelgono di puntare sul prodotto, altre sulle esigenze della community o sulla curiosità.

Hashtag Challenge

TikTok dà molta importanza agli hashtag, dato che li utilizza per categorizzare i contenuti postati. Infatti la sezione Scopri della piattaforma riporta tutti i contenuti sotto gli hashtag di tendenza. Posizionarsi tra questi hashtag permette di essere raggiunti da un numero cospicuo di utenti.

Sempre sulla base degli hashtag è possibile lanciare delle challenge. In tal caso, tra i vantaggi, si aggiunge anche la possibilità di generare maggior engagement e awareness, oltre che di generare word-of-mouth con la possibilità di far diventare il proprio contenuto virale. 

Influencer Marketing

Anche su TikTok, come sugli altri social, le campagne di influencer marketing possono risultare efficaci.

Si può dire che nel caso specifico del social cinese è possibile far leva sia su una reach organica rilevante, ma anche sul ruolo che ricoprono gli hashtag nella diffusione delle clip.

Ovviamente, al fine di rendere una campagna del genere funzionale, è importante una chiara definizione degli obiettivi, del target e degli influencer.

Non pensare che TikTok sia solo un social dove i ragazzini sprecano tempo, commetteresti lo stesso errore che forse hai fatto dieci anni fa con Facebook o qualche anno dopo con Instagram. Forse ai tempi di Musicaly era legittimo pensarlo, ma oggi TikTok ha ampiamente superato l’esame di fenomeno temporaneo, diventando con forza un’abitudine radicata. Le sue potenzialità sono in crescita. 

 Molte aziende ne hanno già colto la sfida, integrandolo nella loro strategia di social media marketing. 

Nike, Fenty Beauty, Apple Music, Bayern Monaco, Washington Post, per citarne alcune, producono regolarmente tik tok. 

Ciò che spinge all’utilizzo è il fatto di raggiungere il target attraverso la creatività dello storytelling con tassi di interazione veramente elevati. Cosa c’è di più efficace che presidiare i luoghi in cui il target trascorre più tempo? 

Anche su TikTok si può fare Adv

Vista la crescita repentina della piattaforma, potrebbe essere una mossa intelligente investire risorse su questo social, prima di un aumento della domanda e dei costi. 

TikTok Ads ha lanciato la propria piattaforma di advertising attraverso la quale è possibile sviluppare una campagna scegliendo target, placement, timing e molto altro (analogamente a Facebook Business Manager). 

Lanciare una campagna oggi è senza dubbio vantaggioso. Vuol dire essere first-mover, o quasi,  con costi ridotti in virtù della bassa competitività tra inserzionisti. Le aziende presenti sul social sono ancora relativamente poche.

Tik Tok è entrato da relativamente poco in vari mercati (come quello italiano), ma allo stesso tempo presenta già una vasta community internazionale con prospettive di crescita molto interessanti. Inoltre è un canale ancora poco saturo, rispetto a Facebook e Instagram. 

Se anche tu vuoi sperimentare le potenzialità di questo nuovo canale social e costruire una strategia in grado di trarre il massimo profitto da Tik Tok marketing, prenota una consulenza e parlaci delle tue idee. 

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Antonella Leone

Ciao sono Antonella, e sono un’ eclettica sognatrice.
Alcuni mi definiscono un’eterna indecisa, io invece amo dipingermi come un’anima multipotenziale.
Scrivo da quando ho imparato a mettere insieme le parole. La scrittura mi ha fatto scoprire mondi paralleli dove mi perdo ogniqualvolta ho bisogno di dare pennellate di colore alla mia vita. Sono entrata per caso nel mondo digital e da allora non ne sono più uscita. Il mio motto? Non smettere mai di imparare!


Redazione giornale - Piano editoriale

Il piano editoriale: lo strumento fondamentale per chi scrive e pubblica contenuti web.

Il piano editoriale è la bussola del professionista che si occupa della redazione e pubblicazione di contenuti web per la propria azienda e/o per conto di clienti. È la stella polare che orienta il content marketing strategico in questo mare tempestoso che è il Web. 

Lo avrai sentito nominare tante volte ma non sei riuscito a metterlo a fuoco correttamente?

Il piano editoriale è davvero un punto di riferimento per gli addetti ai lavori ma è tutto tranne che un concetto astratto. Cos’è e come si sviluppa un piano di contenuti? 

Caro imprenditore sei pronto ad imparare anche oggi una cosa nuova?

Noi siamo pronti ad impararla insieme a te. 

Let’s start!

Cos’è un piano editoriale?

Prenderò in prestito la definizione che ne ha fatto Il Post.

<< Documento fondamentale di ogni casa editrice: quello dove si costruisce e ufficializza ogni anno la programmazione contenutistica ed economica di un editore. Attraverso il piano editoriale si stabiliscono i libri che usciranno nell’anno successivo e, insieme, si fa una previsione quanto più accurata possibile su quanto venderanno. >>.

Il piano editoriale regola sia la programmazione dei contenuti che la previsione degli introiti economici. 

Oggi, traslando questo stesso concetto nel mondo digital, possiamo considerare il piano editoriale come: 

<< […] un documento – esplicitato o meno – di pianificazione di contenuti nell’ambito di una qualsiasi attività di produzione di contenuti. >>

Di fatto, il piano editoriale orienta la produzione e la pubblicazione di contenuti conferendo coerenza, pertinenza e costanza. È un insieme di azioni strategiche messe in atto per raggiungere un pubblico e trasformare la propria presenza online in un potente strumento di marketing.

Ma che differenza c’è tra il piano editoriale e il calendario editoriale?

Piano editoriale VS Calendario editoriale.

Il piano editoriale possiamo immaginarlo come un “contenitore” di spunti, idee e argomenti, suddivisi per macro aree e categorie. In gergo markettaro, topic.

Si individuano così argomenti relativamente ai quali verrano pubblicati un preciso numero di post durante il periodo editoriale di riferimento, sia un anno o un trimestre.

I topic e i contenuti correlati si svilupperanno nel cosiddetto calendario editoriale, un documento che scandisce la pubblicazione su schema cronologico e cross-canale. Concettualmente sovrapposto al già citato piano editoriale, si tratta di due strumenti differenti ma assolutamente complementari, operando all’unisono verso il più alto obiettivo di dare pertinenza e coerenza alla content strategy. 

Piccola postilla: In che senso cross-canale? Il calendario editoriale può essere un unico documento in cui vengono inseriti i giorni di pubblicazione dei contenuti di tutti i canali web sui cui è presente l’azienda: articolo di blog, post di Facebook, post di Instagram, articolo di Linkedin, Newsletter… e chi più ne ha più ne metta! In questo modo tutti i membri del Team saranno sempre aggiornati e coordinati su tutto. 

Quali sono gli elementi di un Piano/Calendario editoriale?

Un piano editoriale consta di vari elementi che ne definiscono una maggiore o minore completezza: 

  • il target. La domanda da porsi è sempre la stessa: chi vogliamo raggiungere? Una risposta molto dettagliata definirà non solo il target di riferimento ma anche e soprattutto il tone of voice di ogni produzione multimediale, siano testi, foto o video. 
  • gli obiettivi. Quali obiettivi si pone la strategia espressa attraverso il planning? vendere, informare, aumentare il traffico al sito web, acquisire lead, fidelizzare.
  • la piattaforma utilizzata. Un piano editoriale può essere multi-canale, quindi può riguardare la pubblicazione di contenuti su più piattaforme. È indispensabile indicare le piattaforme che ospiteranno i diversi contenuti. 
  • i contenuti da pubblicare. Immancabili: elementi visivi (foto/video), copy (testi, approfondimenti, slogan o claim delle campagne), eventuali link (meglio se ridotti con un tools di link shortener). 
  • il timing. Stabilire giorni e orari migliori per la pubblicazione può migliorare le performance generali, oltre che accrescere il coinvolgimento. 
  • le interazioni. È utile stabilire che tipo di interazioni ci si aspetta per ogni contenuto e per ogni piattaforma. Poi, una volta effettuata la pubblicazione, riportare i risultati di interazione da parte del pubblico. 
  • le fonti. Quando si scrive relativamente a news, statistiche, festività, è opportuno stabilire le fonti attendibili e verificare sempre la credibilità e la correttezza delle informazioni.

Consiglio: potrebbe essere utile effettuare anche un’analisi della concorrenza, per vedere come si comporta il settore in cui si opera. Uno sforzo aggiuntivo che potrebbe fare la differenza: analizzare i competitor non significa copiarli, ma anticiparli!

Quali strumenti usare per realizzare un Piano/Calendario editoriale?

Non ci crederai, ma anche un semplice foglio di lavoro Excel può risultate efficace allo scopo. 

Non dovranno mancare: 

  • una colonna a sinistra con il calendario giornaliero (meglio con la data che mostra anche il giorno della settimana) 
  • una colonna dedicata alle “Ricorrenze”, ovvero quelle festività che non vogliamo assolutamente dimenticare

Infine, per ciascuna piattaforma di pubblicazione, ci sarà una colonna dedicata a: 

  • Argomento
  • Copy
  • Immagine
  • Link
  • Obiettivo
  • Note

Una volta creato un piano/calendario editoriale con Excel, sarebbe utile e consigliabile condividerlo in cloud con il resto del team – Google Drive è uno strumento universale, gratuito ed efficace – in modo che ognuno possa contribuire alla stesura e all’ottimizzazione del piano strategico. 

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Silvia Li Vecchi

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.


Instagram Stories

Le Storie di Instagram: amore o dipendenza?

L’avvento delle Storie su Instagram ha cambiato, se non stravolto, l’utilizzo dell’app. Un posizionamento talmente diffuso e consolidato che oggi le Stories, dopo aver conquistato Facebook, approdano anche su LinkedIn. Cosa sono le Storie di Instagram, che valore hanno per gli utenti e che opportunità offrono alle aziende?

Le Storie di Instagram sono state introdotte il 02 agosto 2016. Palesemente copiate a Snapchat (proprio come i Reels sono un clone dei TikTok) da allora hanno avuto un successo esponenziale, confermato dai 500 milioni di utenti che ogni giorno ne fanno un uso smodato.

Instagram stesso le presenta come un contenuto che ti permette di “condividere tutti i momenti della tua giornata, non solo quelli che vuoi tenere nel tuo profilo”. 

Cosa sono le Storie e perché funzionano?

Si tratta di foto o video, la cui condivisione dura solo 24 ore ed è qui che risiede la loro potenza. La loro evanescenza fa leva, da una parte, sulla necessità inconscia degli utenti di essere sempre online e di “mostrare” il meglio della loro quotidianità, dall’altra sul desiderio dei follower di essere sempre aggiornati e di visualizzare ciò che potrebbe interessargli prima che svanisca. Instagram stesso, infatti, ha dichiarato che le Storie portano gli utenti a frequentare la piattaforma con più frequenza e per un tempo maggiore. 

Urgenza e scarsità in un mix incredibilmente efficace. 

Cosa piace delle Storie? Sicuramente la loro spontaneità e velocità: spesso immortalano dei momenti più naturali, meno artefatti e quindi più divertenti, creando maggiore coinvolgimento degli utenti.

Inoltre, la loro grande dinamicità e varietà, proprio come strumento in continuo mutamento, non le rende mai noiose: basti pensare a tutte le novità introdotte negli anni e al potenziamento delle funzioni iniziali. 

Azzarderei che neanche un Digital Native le padroneggi veramente tutte. 

Perché usare le Storie di Instagram? 

I motivi che dovrebbero spingere ad un utilizzo strategico delle Storie su Instagram potrebbero essere essenzialmente tre: 

1- maggiore visibilità: dato che le Storie si posizionano nella parte superiore della bacheca, sono le prime ad essere viste non appena si accede sulla piattaforma. Ciò significa che saranno le prime ad attrarre l’attenzione dell’utente, oltre al fatto che, scorrendo in modo automatico, permettono di essere viste anche “involontariamente” e senza che l’utente abbia effettivamente cliccato.

2- maggiore possibilità di emozionare l’utente: si tratta di un formato più leggero e di evasione, che permette spesso di immortalare un momento, una sensazione o un pensiero che merita di essere condiviso istantaneamente con chi vi segue. Combinando in modo creativo foto e/o video con palette, scritte, adesivi, filtri, gif e tutti gli strumenti messi a disposizione, è possibile creare dei contenuti in grado di coinvolgere la sfera emotiva in modo molto più impattante di un semplice post sulla bacheca.

3- maggiori possibilità di creare un contatto diretto: le Storie di Instagram hanno ridato vita alla funzione – quasi dimenticata – del Direct Message, la quale rappresenta l’unica modalità per rispondere ad una Storia. Sapevi che in media una Storia su cinque riceve almeno un messaggio diretto? 

Le Storie di Instagram devono essere integrate nella propria strategia di comunicazione su Instagram, seguendo principalmente due logiche: 

1- la sperimentazione: grazie al fatto che hanno durata limitata ( di sole 24 ore) perché non usare le Storie come strumento per sperimentare nuove idee. A maggior ragione se queste non vengono gradite, scompariranno presto! 

Ciò non significa pubblicare senza una preventiva valutazione strategica, che potrà essere costituita da un processo di: 

  1. Brainstorming 
  2. Nuove idee 
  3. Creazione e pubblicazione contenuto 
  4. Analisi delle performance e KPI 
  5. Valutazioni 

Non è Marketing, senza dati. Neppure nelle Storie.

2- il Brand Storytelling: significa saper raccontare la tua offerta legata al contesto in cui prende vita. Quindi rendere protagonista l’azienda, lo staff, la filosofia aziendale, la missione e l’idea che si vuole creare e che arriva al consumatore finale, il quale a sua volta svilupperà aspettative che bisognerà soddisfare ben oltre le 24 di vita del contenuto. 

Hai presente quella sensazione trepidante che provi aspettando il giorno e l’ora esatta in cui la tua serie tv preferita andrà in onda con una nuova stagione? Ti piacerebbe che i tuoi follower provassero anche solo una parte di quella sensazione aprendo l’applicazione in cerca dei tuoi contenuti?

Come si creano le Storie di Instagram?

È davvero semplicissimo – un po’ meno se non sei un millenials, basta lanciare l’app di Instagram o Facebook e, dalla home, cliccare sulla propria icona con il piccolo “+” blu, in alto a sinistra sull’apice dello stream. Ora sei dentro l’editor delle stories e puoi scegliere innanzitutto se produrre:

Video in Diretta: Un video che può sforare i canonici 15 secondi delle storie, arrivando fino a 60 minuti e che potrà essere aggiunto alla sezione IGTV. Il vantaggio principale che offre è che, a differenza delle storie, l’app invia una notifica a tutti i follower avvisandoli della diretta in corso. 

Storia: la modalità originale per produrre una storia fino a 15 secondi.Può essere editata con foto e/o video, aggiungendo degli effetti e applicando filtri o altre opzioni come l’editor di testo, la modalità boomerang o superzoom. Una volta registrato – o caricato un file già pronto dalla gallery – è possibile aggiungere gif e altri elementi visivi, infine includere tag, hashtag, luoghi e citazioni che hanno lo scopo di coinvolgere maggiormente i follower e di aumentare la visibilità del contenuto. 

Reels: è il nuovo formato che nasce ancora una volta dalla capacità di Facebook Inc. di cogliere il meglio dai competitor. Una volta attestato il successo di TikTok e dei sui video estremamente performanti, i reels non sono solo l’alternativa all’app cinese, ma possono includerne i contenuti  che diventano così protagonisti anche su Instagram.  I reels presentano quasi le stesse opzioni di una qualsiasi storia, ma dispongono di una sezione dedicata all’interno dell’app, proprio come le storie. Una distinzione le cui ragioni non appaiono ancora chiarissime e che possiamo presumere vedono oltre la semplice battaglia di quote di utenti a TikTok. 

Come puoi sfruttare le Storie?

Le Storie su Instagram sono fondamentali per mantenere vivo il rapporto con chi ci segue e stimolare la sua reazione e il suo coinvolgimento in modo costante. Le idee di utilizzo sono parecchie e non considerarne i vantaggi sarebbe un peccato: 

  • Sondaggi: usate le Storie per chiedere le preferenze dei tuoi follower tra due prodotti/servizi. un modo divertente e alternativo per coinvolgere il pubblico e avere un feedback rapido e diretto su gusti, preferenze, trend…
  • Consigli: i famosi contenuti “How to” in cui puoi offrire consigli e istruzioni su come eseguire qualcosa, inerente alla tua attività o all’uso del tuo prodotto, o semplicemente su argomenti affini. 
  • Dietro le quinte: racconta il “behind the scene” di qualcosa in particolare, di un evento o di una campagna pubblicitaria, dei processi produttivi o della tua vita privata se sei un personaggio rappresentativo. Sbirciare nelle zone per addetti ai lavori o sbirciare nell’intimità delle star è sempre elettrizzante per il pubblico. 
  • Rubriche settimanali: Scegli dei temi, proponili ai tuoi follower – magari sfruttando i sondaggi – e discutili periodicamente  favorendo dialogo e interazione. L’opzione domanda ti permetterà di fare domande dirette ai follower e rendere le risposte oggetto delle storie successive. 

Consiglio: per qualsiasi tipologia di Storia e qualsiasi argomento, è auspicabile scegliere uno stile – in termini di pallette, carattere, font, hashtag – e di mantenerlo invariato nel tempo ( o almeno di provarci). L’obiettivo principale è quello di essere riconoscibili sempre e in modo immediato da chi ci segue. 

Con che frequenza pubblicare le Storie?

Sicuramente, le Storie vanno alimentate con costanza e creatività: indiscutibile è l’importanza del contenuto iniziale che sancisce il coinvolgimento dell’utente o un flop assoluto, qualora questo non dovesse essere un contenuto di qualità. Quindi sceglietelo strategicamente e con attenzione. 

Esistono alcuni Tool che permettono la programmazione delle Storie e che permetteranno, quindi, di redigere e rispettare un ricco piano editoriale: 

  • Onlypult
  • Later
  • Storrito

Considerato che una storia rimane visibile per le 24 ore successive alla pubblicazione, è preferibile avere dei contenuti sempre presenti nel carosello che ogni utenti visita guardando le storie. Se vuoi essere sempre presente in distribuzione dovrai pubblicare almeno 2-3 contenuti ogni giorno. Ricorda però che è preferibile rimanere in silenzio piuttosto che dire sciocchezze. Meglio non pubblicare che pubblicare cose poco interessanti che potrebbero allontanare i follower. 

Le Stories Highlights 

Le Stories Highlights sono le cosiddette Storie in Evidenza. Si tratta di aggregatori permanenti di Storie, che si posizionano proprio sotto la Bio del profilo Instagram e che prolungano a vita alle Storie. 

Le Storie in Evidenza sono molto utili se concepite “Tematiche”: per mettere in risalto i principali prodotti o servizi offerti, o dei topic su cui si vuole porre maggiore attenzione. Quindi possono essere suddivise per categoria, creando una foto cover, che sia possibilmente coordinata per la Brand Identity e che rappresenti in modo iconico il contenuto. È possibile dare un nome a ciascuna Storia, che sia rappresentativo e lungo massimo 15 caratteri (non tutti visibili).
Molti ristoranti utilizzano le storie in evidenza per mantenere sempre visibile il loro menu, o per raccogliere tutti i contenuti prodotti dai clienti. 

All’interno di ciascuna Storia in evidenza è possibile inserire massimo 100 contenuti dall’archivio delle storie, tra foto e video; superata questa soglia, la Storia in Evidenza viene automaticamente archiviata. 

 

Come misurare la performance delle tue Storie?

Ti raccomando di misurare sempre i risultati che raggiungerai con le tue Storie. Come? 

Monitorando dei semplici indici, quali: 

  • Visite uniche: il numero di persone che hanno visualizzato la Storia. Se rapportato al numero dei tuo Follower è possibile individuare il grado di coinvolgimento del Brand 
  • Tasso di completamento: in quanti visualizzano tutte le tue Storie e in quanti invece abbandonano prima della fine? Quanti touch per passare alla tua prossima storia o a quella precedente e quanti invece per switchare alle storie del prossimo profilo? Valuta il tasso di abbandono e, se alto, ricerca il perché questo accada. 
  • Risposte ai messaggi: i messaggi diretti sono una chiara riprova del coinvolgimento dei propri Follower. Stimola il dialogo e fai in modo che gli utenti debbano restituirti un feedback sul contenuto. In questo modo la portata della tua storia aumenterà arrivando anche a utenti che non sono ancora tuoi follower. 

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Silvia Li Vecchi

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.


database building

Database Building: primo passo per un email marketing efficace.

Il Database Building è fondamentale per dare inizio ad una corretta ed efficace attività di mail marketing, che a sua volta deve essere integrata alla strategia di marketing e di comunicazione del brand. Soprattutto per chi possiede un sito web e fa e-commerce, sicuramente l’invio costante e coerente di comunicazioni informativi e/o commerciali permette di tenere sempre attivo il rapporto con il cliente, o potenziale tale, aumentando le probabilità di conversione, nonché di acquisto. 

Non basta mandare una comunicazione ad un elevato numero di email, senza investire preventivamente tempo e risorse nella costruzione di un Database che sia qualitativamente valido. 

La qualità e la corretta profilazione dei contatti sono la chiave per fare database building e avviare una produttiva attività di mail marketing. 

Cos’è il Database Building?

Come già anticipato in questo articolo (leggi qui) il mail marketing è fondamentale sia per accrescere la reputazione del brand, sia per migliorare la performance delle vendite. La prima cosa da fare però rimane la creazione di un database di contatti di qualità e profilati. 

Sicuramente la costruzione di un Database inizia con la raccolta di indirizzi email o numeri di telefono forniti dal diretto titolare, il quale darà il suo consenso all’utilizzo di questi dati per ricevere qualcosa che per lui abbia un valore aggiunto, quali informazioni o promozioni dedicate. 

[ NB: l’Email Marketing si base necessariamente sulle logiche di quello che è stato definito Permission Marketing, ovvero le strategie di marketing che puntano ad ottenere dal consumatore stesso il permesso a comunicare direttamente con lui. D’altronde, se sarà lui stesso a fornire i dati e il consenso al loro utilizzo dovrebbe prestare maggiore attenzione alle comunicazioni ricevute, conferendo maggiore efficacia alle azioni pubblicitarie.]

L’obiettivo dell’attività di costruzione di un Database non è tanto raccogliere una grande quantità di contatti, ma avere contatti che siano di qualità. 

In che senso?

Oltre all’indirizzo email, è fondamentale raccogliere per ciascun utente molte altre informazioni utili, quali: nome, genere, data di nascita, luogo di residenza, professione, interessi, e così via. 

Perchè?

Ciò permetterà di creare delle comunicazione molto personalizzate e mirate, in grado di confermare o superare le aspettative di chi legge, tenendo sempre attivo il rapporto tra il consumatore e il brand. 

Siate sempre consapevoli che si tratta di un’attività certosina, che richiede tempo e pazienza.

Come fare Database Building?

Alla base di una strategia di Database Building ci sta sicuramente la necessità di aumentare e diversificare i cosiddetti Entry Point ovvero dei punti di iscrizione – al fine di massimizzare l’esposizione dell’utente alla possibilità di lasciare i propri contatti.

Oltre al classico box d’iscrizione sul sito web, ecco alcuni strumenti ‘alternativi’ per far crescere il tuo database di iscritti alla newsletter: 

1- Link nella firma aziendale

La tua firma aziendale arriva a tantissime persone esterne all’azienda. Oltre al logo e ai contatti, perché non inserite l’invito ad iscriversi alla vostra Newsletter con in link diretto al forma di iscrizione?

2- Pop-up sul sito web

Chi approda sul tuo sito magari non è ancora pronto ad acquistare i tuoi prodotti, però potrebbe  essere disposto a lasciare i propri contatti per rimanere aggiornato. Perché non prevedere un pop-up (non troppo invadente e magari dinamico) per ricordare la possibilità di iscriversi, senza dover sperare che veda il form di iscrizione spesso presente a fine pagina?

3- Pagina Facebook

Sapete quanto tempo in media si trascorre su Facebook ogni giorno? Ben 50 minuti ed è un numero destinato a salire. Lsciarsi scappare la possibilità di intercettare gli utenti di questa piattaforma sarebbe poco strategico. Quindi, potrebbe essere utile creare campagne di sponsorizzazione con i Leads Ads oppure modulare la Call to Action della tua pagina, inserendo il link al proprio sito web su cui è possibile compilare il form e lasciare i propri dati. 

4- Download di contenuti rilevanti

Molti utenti sono ben lieti di lasciare il proprio indirizzo email e i propri dati in cambio di contenuti ad elevato valore aggiunto: ebook, paper, webinar, presentazioni, infografiche e similari.

5- Contest e Concorsi

Perché non dare la possibilità di vincere un premio partecipando ad un Contest o un concorso, in cambio di una registrazione a quest’ultimi?

Gli entry point possono essere anche offline, come i touch-point alle fiere o agli eventi, dove è possibile lasciare il proprio contatto email per registrarsi, in cambio di qualche gadget brandizzato.

Database Cleansing vs Database Enriching?

Una volta costruito il nostro Database, dovremo averne molta cura. Bisogna sempre tenere a mente che una lista di contatti subirà delle modifiche nel tempo e può capitare, ad esempio, che alcuni contatti diventino inattivi. In questo caso andranno messe in atto azioni di “pulizia”, ovvero di Database Cleansing, per cui verranno rilevati e rimossi contatti errati, imprecisi, inattivi, irrilivanti. Gestire i contatti infatti richiede un programma e la configurazione di automation, il cui costo spesso aumenta con l’aumentare dei contatti registrati. Un utente inattivo che non apre nessuna delle tue mail ti farà solo sprecare soldi e tempo, danneggiando anche le statistiche relative all’efficacia delle tue mail. 

Quando invece, nel corso del tempo, il nostro database si arricchisce di informazioni relative ai diversi contatti ( dalle informazioni demografiche a quelle psico attitudinali, come frequenza e abitudine di acquisto) assisteremo a quello che viene chiamato Database Enriching, il quale si sostanzia di fatto in tecniche e processi di profilazione sempre più profonda ed efficace. 

Cosa è la Profilazione? 

La profilazione è l’attività di raccolta ed elaborazione dei dati inerenti agli utenti di un servizio, al fine di suddividerli in gruppi a seconda del loro comportamento (segmentazione). Una profilazione puntuale ti permette di raggiungere un elevato grado di personalizzazione nelle comunicazioni, poiché traduce i dati e le informazioni relative ad un utente in campagne email dal contenuto rilevante per quest’ultimo. Uno studio di Marketing Land ha mostrato come le email personalizzate riportino un tasso di conversione 6 volte più alto e tassi di class unici superiori del 41% rispetto alle email standardizzate e anonime. 

Quindi, profila, profila, profila!

Come si effettua la Profilazione?

Esistono principalmente due approcci: 

  • Profilazione unica: è l’approccio più ambizioso e al tempo stesso più ostico, perché richiede al destinatario di compilare form, pagine e questionari piuttosto estesi. La profilazione unica permette di raccogliere una grossa mole di informazioni in un unico frangente. 
  • Profilazione progressiva: è la pratica di raccogliere nel tempo le informazioni sul potenziale cliente, con l’obiettivo di costruirne man mano un profilo il più possibile completo ed esaustivo. La profilazione progressiva può essere, a sua volta: 
  1. diretta, che si basa su domande esplicite rivolte al destinatario, da cui ci si aspetta la risposta in un clic. Il valore corrispondente alla voce selezionata viene quindi raccolto in automatico e le informazioni vengono aggiunte al profilo dell’iscritto. In questo modo, ottenendo ad esempio il cap di residenza, potrai inviare promozioni a singole aree coperte dal tuo servizio. 
  2. indiretta, che comporta la creazione di una categoria per ogni link inserito nell’email, dove ciascuna categoria di clic corrisponderà a un’informazione, a una determinata espressione di interesse. Nella profilazione indiretta non vi è alcuna domanda esplicita; l’informazione viene desunta da un’azione del destinatario sull’email. L’obiettivo in questo caso è desumere interessi e preferenze di ciascun utente dal suo comportamento sull’email, così da avere le informazioni per orientare le successive campagne di follow-up e determinare quali prodotti e offerte suggerire. Ad esempio, dopo aver inviato una prima mail, potrebbe seguirne una indirizzata solo a chi nella prima ha manifestato un grado di interesse superiore verso un contenuto, tanto da approfondirlo seguendo il link. 

Silvia Li Vecchi

Ciao, sono Silvia Li Vecchi.
Marketing Addicted: mi piace il Marketing in ogni sua accezione.
Parlare, comunicare e instaurare relazioni: il network è alla base di tutto. Credo nell’educazione al Bello e che le Creatività nutra l’anima.
Danzo da quando cammino e Cucino per divertirmi (e perché mi piace mangiare!).
Enjoy.