Come creare un logo che parla davvero della tua azienda?
Il logo è la tua faccia, online e offline. Non c’è scampo: appena il tuo logotipo sarà visibile su cartelloni, post sui social, t-shirt o siti partner, sarai irrimediabilmente associato ad esso e sarà davvero difficile discostarti da quella immagine. Il logo è quindi immutabile? Non proprio: esempi di loghi che cambiano nel tempo ne troviamo diversi. Eppure, ogni volta, ogni modifica sul logo assume (e riassume) delle caratteristiche che si sposano sempre alla perfezione con l’identità dell’azienda, la brand identity di cui abbiamo parlato in questo articolo. Si capisce, quindi, che un logo è ben più di un disegno carino, e la scelta deve andare oltre il proprio gusto estetico personale. Vediamo tutti gli aspetti da considerare per capire se un logo può funzionare davvero. Gli elementi che compongono una brand identity sono diversi, ma si possono brevemente riassumere in tre macro categorie: identità visiva, identità verbale, mission e vision. Il logo è l’elemento distintivo più rilevante all’interno dell’identità visiva: con un colpo d’occhio viene memorizzato nella mente del cliente e del potenziale cliente, e diventa così riconoscibile tanto quanto l’azienda stessa che rappresenta. Anche se non sono due termini esattamente corrispondenti, logo e marchio restano legati a doppio filo dagli intenti che hanno in comune. Ricordiamo infatti che il marchio contiene tutti gli elementi visivi e grafici di un brand, quindi anche il logo (insieme ai colori, ai simboli, al naming, al payoff e ai font); il logo resta, però, la componente più forte e immediata per trasmettere subito il senso e i valori di un brand, in maniera inequivocabile. Logo della tenuta agricola Pescheto, realizzato dalla nostra agenzia. L’applicazione della fogliolina sulla “c” richiama la pesca, coltivata nel frutteto adiacente alla tenuta. Prima di aprire qualsiasi programma di grafica (o di rivolgerti a un grafico esperto per realizzare il tuo logo), fermati a riflettere su cosa vuoi far sapere di te nell’immediato ai tuoi potenziali clienti. Analizziamo questa frase, per capire meglio il concetto fondamentale alla base di ogni logo. Cosa fa la tua azienda? Meglio ancora: cosa può fare per i suoi clienti? Concentrati specialmente su quest’ultima domanda, la più importante per trovare una proposta di valore da declinare su tutti i tuoi contenuti, anche quelli visivi. Il nostro cervello elabora le informazioni in millesimi di secondo, poiché include delle codifiche che semplificano la comprensione di ciò che esiste intorno a noi. Questo significa che, appena vediamo qualcosa, nel nostro cervello scattano immediatamente dei meccanismi che permettono di dare subito un giudizio e farci un’idea chiara su cosa stiamo guardando. La scelta di un colore, di un font, di un’immagine specifica ricreata con il logo veicola quindi delle informazioni che vengono subito codificate, e pertanto è fondamentale scegliere le caratteristiche giuste. Partendo da questo assunto, vediamo quali sono i tre step da seguire prima di creare un logo di qualsiasi genere. Il restyling del logo della pizzeria Mastunicola, a cura della nostra agenzia. Torniamo sulla domanda principale. Chi siamo? Cosa possiamo fare per i nostri clienti? Come vogliamo comunicarlo e presentarci al mondo? Per rispondere in maniera approfondita a queste domande, ti consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato all’individuazione della unique selling proposition. Non lo ripeteremo mai abbastanza: conoscere il tuo pubblico e piantonare tutti i luoghi in cui si trova, sia online che offline (ma oggi, soprattutto online) è una marcia in più per prendere le giuste scelte per la tua azienda. Quando avrai ben individuato il tuo target, anche attraverso la costruzione di buyer personas molto specifiche, saprai anche quali gusti hanno, cosa guardano con piacere, quali stilemi colgono la loro attenzione e come mantenere l’interesse verso di te, a prescindere dalle mode del momento. Tutti elementi utili per il tuo logotipo. Dai grandi si prende sempre ispirazione. Dai vicini di casa, meglio di no. La concorrenza va studiata per individuare punti di forza e di debolezza, ma soprattutto per non ripetere gli elementi distintivi che caratterizzano i concorrenti e trovare, nella differenza, la tua unicità. Se stai scopiazzando… si vede subito! Come dicono, giustamente, Al Ries e Jack Trout nel loro “Le 22 immutabili leggi del marketing”: se non arrivi primo, meglio cambiare completamente posizionamento, anche nelle scelte grafiche. Il Logo del ristorante palermitano Il Mirto e La Rosa, realizzato dalla nostra agenzia, richiama i due elementi presenti nel nome del brand. La tua nicchia, la tua proposta di valore, il tuo target: continuiamo a ribadire che tutto dovrebbe essere unico per risaltare in una fetta di mercato che sia solo tua. Anche il logo non si discosta da questo concetto. Possiamo, però, rintracciare delle regole base che valgono per ogni logo, di qualsiasi azienda e di qualsiasi brand, applicabili senza remore come metro di valutazione per capire se il logo può funzionare o meno. Per il resto, punta a trovare l’equilibrio perfetto tra la creatività e i dati che hai sulla tua azienda e sui tuoi clienti. Il segreto per creare un buon logo è tutto qui. Meno è meglio, sempre. Un’immagine troppo elaborata, caratteri troppo stretti, un affollamento eccessivo in uno spazio così piccolo come il logo può confondere facilmente chi lo sta guardando. Non solo: caricare eccessivamente il logo di informazioni, anche solo con l’utilizzo di forme e colori diversi, rischia di non far comprendere quale sia la tua unique selling proposition e di disperdere il cliente fra troppe idee. Prova a fare sempre un’operazione di sottrazione, e continua finché il logo continua a funzionare anche senza tutti gli elementi che andrai a togliere. La soluzione più semplice: prendere un modello di logo, già preesistente, inserire il tuo nome e i tuoi colori e cantare vittoria. C’è solo un piccolo problema: quel logo non parla affatto di te, né parla davvero ai tuoi clienti. I graphic designer, che si occupano di realizzare loghi aziendali personalizzati, studiano la storia, i valori e le caratteristiche del brand per giorni prima di iniziare a costruire qualcosa. Come può un logo preimpostato, senza anima, funzionare ugualmente bene? Per il web, ma anche per la stampa. Per le grafiche, ma anche per i classici gadget natalizi. Il tuo logo è uno e in quanto tale non può essere modificato per essere adattato a ogni piattaforma, dispositivo, tessuto o supporto su cui andrà ad esistere. Assicurati, quindi, che la sua leggibilità sia mantenuta intatta in ogni sua apparizione, per non sacrificare la coerenza visiva del tuo brand e continuare a parlare di te, e per te, ovunque si trovi.Perché un logo è importante?
Cosa fare prima di creare un logo
Cosa vuoi far sapere di te
Nell’immediato
Definire gli obiettivi del brand
Individuare cosa piace al tuo pubblico
Guarda la concorrenza… e distinguiti
Regole sempre valide per ogni logo
Less is more
Siti stock? No grazie
Rendi il logo fruibile ovunque

Ciao, sono Simona e una delle prime parole che ho pronunciato è stata “panna” (penna, ma sono palermitana e tendo ad aprire le vocali).
Ho iniziato a scrivere per raccontare, per informare, per non dimenticare impegni, per appuntare idee e per far divertire.
Così sono finita a fare la copywriter. Con tutto rispetto per tutti, il mio è il lavoro più bello del mondo.
Come progettare il menu per il tuo ristorante
Online e non, le regole per creare un menu per un ristorante
In questo articolo troverai:
In questo articolo abbiamo analizzato l’importanza di un sito internet e gli step necessari per progettare una piattaforma efficace.
Bene, hai realizzato il tuo sito web, hai portato nel mondo virtuale la tua attività di ristorazione. E adesso? Adesso è il momento di progettare e costruire il tuo menu online. Creare un menu per un ristorante è un passaggio fondamentale e imprescindibile per la costruzione stessa del tuo progetto imprenditoriale.
1. Il menu è il tuo strumento commerciale
Immagina di entrare in un locale. Cosa ti aspetti di avere tra le mani una volta accomodato al tavolo?
La risposta è quasi scontata: il menù, mi sembra ovvio.
Lo stesso tipo di ragionamento devi applicarlo al web. Come per il menu offline, anche quello da costruire per il sito web del tuo ristorante è il tuo biglietto da visita, rappresenta l’interfaccia del tuo brand oltre che l’unico vero supporto alla vendita. Non a caso è anche la pagina più visualizzata nei siti di ristorazione.
Giusto per fare un parallelismo a te familiare, il menu rappresenta l’ingrediente principale della tua identità, quindi della tua comunicazione.
Non mi sento di spendere ulteriori parole per sottolineare l’importanza di avere il proprio menu all’interno del sito.
D’altronde se stai leggendo un articolo sulle regole da conoscere per creare un menu per il ristorante online, sarai d’accordo con me su questo punto.
Probabilmente i tuoi dubbi sono altri e assai più complessi:
- Dovrò aggiornare con frequenza il menu sul mio sito?
- Devo mettere i prezzi, indicare gli ingredienti?
- Quanti piatti devo proporre?
Sono queste le domande che ti frullano in testa in questo momento, immagino. Niente panico, continuando la lettura vedrai che tutto ti sarà più chiaro e probabilmente al termine avrai preso una decisione riguardo al menu online del tuo ristorante.
2. I tipi di menu
Distinguiamo due tipi di menu, online e offline.
La principale differenza tra i due consiste nella componente tattile, di cui ti dovrai preoccupare solo per il menu cartaceo/offline.
Attenzione dunque alla scelta della carta, alla qualità di stampa e alle eventuali nobilitazioni. scegli un Porta Menu resistente, anti-macchia e anti-graffio. I tuoi ospiti – e i loro polpastrelli – apprezzeranno.
Il menu online deve essere leggibile, responsive e facilmente aggiornabile. Ricorda sempre che le pagine web sono fruibili da vari dispositivi con caratteristiche diverse, assicurati quindi che la pagine del tuo menu sia visualizzabile su ogni device.
Ricorrere ad un file Pdf da scaricare potrebbe essere un giusto compromesso tuttavia sconsigliamo tale pratica: risulterà difficile posizionare la pagina nei motori di ricerca. Preferisci invece il menu in Html che garantisce un layout accattivante e anche stampabile all’occorrenza. Al suo interno dovrai prevedere anche una call to action, superflua offline ma imprescindibile online.
Un pulsante che inviti l’utente a fare un’azione. Quale? Quella che tu desideri e per la quale hai creato il menu: prenotare un tavolo!
Un buon trucco da adottare per facilitare l’aggiornamento dei menu consiste nel progettare due tipi di menu: uno à la Carte, da rinnovare stagionalmente, e un menu del giorno da modificare frequentemente.
3.Menu Design: gli errori da non fare
Il segreto per ideare e progettare un menu, qualunque sia la sua destinazione è l’equilibrio: un menu troppo ricco confonde, uno povero e senza accenti rischia di mettere in evidenza la poca fantasia dello chef, e non solo quella.
Quanti piatti? “Less is more” è un buon mantra purché non si esageri. Più un menu è essenziale, fatto di pochi elementi ma ben strutturati e ben disposti nello spazio, maggiore è la possibilità di aumentare i tuoi profitti.
Cadere nella tentazione di inserire tutti i piatti preparati nel tuo ristorante è molto facile, soprattutto se hai tante idee ma confuse. Non ti dirò quindi cosa è meglio scegliere per il tuo ristorante, ma sicuramente posso metterti in guardia dagli errori più comuni da cui stare lontano:
- Progettare un menu troppo lungo o troppo corto: Un menu pieno di piatti di ogni tipo confonde gli ospiti; al contrario un menu striminzito con pochi piatti è facile da gestire per chi lo progetta, ma rischia di annoiare i clienti, soprattutto quelli affezionati.
- Creare un menu senza regole: c’è dentro un po’ di tutto e senza un filo logico. Se il tuo obiettivo è massimizzare i profitti, devi farlo con criterio. Il potenziale cliente se ne accorge e scappa.
- Seguire le mode del momento, senza criterio: Il menu costruito per stare al passo con i tempi è molto rischioso sul medio e lungo termine, perché le tendenze vanno e vengono.
- Il menu è il tuo ristorante: Gli ingredienti che scegli, la loro provenienza o esclusività, il livello qualitativo, sono loro a determinare il “carattere” del ristorante, mai il contrario. Se non saprai selezionare portate coerenti, non riuscirai a trasmettere mai un’identità certa.
4. Con il menu perfetto costruisci il tuo ristorante
Come si scrive un menu? Non esistono regole ben definite. Molto dipende dal contesto di vendita, dalla tua identità di brand, da come ti posizioni (o vuoi posizionarti) rispetto al mercato alla concorrenza.
Ecco quindi alcune linee guida per poter organizzare i contenuti in modo equilibrato:
- Dividi i piatti in macro aree, suddivise in base alle portate senza creare sbilanciamenti tra primi, antipasti, secondi e dessert. A chi servono 10 contorni se proponi 3-4 secondi tutti di carne?
- Metti poche voci per ogni portata. Non confondere i commensali che su tutto vogliono rilassarsi.
- Scrivi descrizioni accattivanti che facciano venire l’acquolina in bocca. I piatti che saltano più all’occhio sono proprio quelle descritte in modo dettagliato, con termini semplici e comprensibili.
- Se non hai ben chiaro il costo di produzione di ogni piatto – va detto che dovrebbe essere l’informazione più preziosa di cui disponi – o la marginalità o l’incidenza sui ricavi, non ricorrere semplicemente ad un ordine decrescente per costo del piatto. Visivamente induce l’ospite a valutare il piatto per prezzo e non per qualità o ingredienti. La scelta? È probabile che ricada su un piatto nella prima metà della lista. in attesa che tu definisca le informazioni sul food cost della tua cucina, prova a mettere i piatti che preferisci vendere al centro della pagina, gli altri prima o dopo nell’elenco, ma evita l’ordine di prezzo.
- Utilizza un colore che sia in linea con la tua identità di marca
- Usa un font leggibile, senza inutili fronzoli, capace di attrarre. L’eleganza di una donna non risiede certo nel make up, no?
Gli esperti di menu engineering hanno osservato che i clienti generalmente leggono il menu secondo l’incidenza culturale. Gli occidentali ad esempio, tenderanno sempre, in qualsiasi parte del mondo, a leggere il menu dall’alto verso il basso, dalla pagina sinistra a quella destra. Puoi tentare distribuzioni diverse, ma non è detto che l’originalità o la stravaganza verranno premiate a tavola. Se vuoi mettere qualcosa in evidenza un buon espediente sono i box, entro cui descrivere il piatto dello chef o la portata per cui il ristorante ha acquisito notorietà. Questo può aiutarti a decidere dove piazzare le portate che maggiormente ti caratterizzano o sulle quali ottieni maggiore profitto, o ancora dove posizionare informazioni rilevanti sulla tua identity o suggerimenti su come abbinare portate e vini per vivere un’esperienza enogastronomica perfetta.

Ciao, sono Gabriele, uno dei due bbrothers.
In America sarei un full-stack marketing manager.
In Italia aiuto le aziende a creare la propria identità, raccontare la loro storia e comunicare con i propri clienti.
Il mio obiettivo è riuscire a fornirti gli strumenti che ti permetteranno di acquisire autorevolezza sul tuo mercato di riferimento. A volte ci riesco, altre pure!