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Tutto è vendita. Tutto è Marketing

Tutto è vendita. Tutto è Marketing

Con il termine Marketing intendiamo tutte quelle azioni da intraprendere per gestire le relazioni con il mercato e facilitare la commercializzazione di beni e servizi. È solo questo?

La firma della tua mail, come rispondi al telefono, il tempo che dedichi ai clienti, la risposta data di fretta, i contenuti dei tuoi canali web, i profili social, le cose che condividi e gli ideali che esprimi attraverso le tue azioni pubbliche.
Tutto è vendita.
Per questo non è necessario che ogni cosa che fai contenga una chiamata all’azione di acquisto.

Ma…c’è un “ma”

Se la tua comunicazione fosse un continuum di spot pubblicitari, se ogni tua frase si concludesse con un “chiama subito” o “approfitta dell’offerta” o ancora “contattaci per un preventivo”, rimarresti in poco tempo completamente solo.
Nessuno vuole trascorrere il suo tempo con chi cerca continuamente di vendere e promuovere.

Vendere è un’attività complessa e stratificata.

La trattativa è un momento specifico della vendita, non l’ingrediente onnipresente.

Impara ad usare al meglio il marketing per migliorare la vendita.

COSA SIGNIFICA DAVVERO MARKETING

Il marketing ha come scopo quello di individuare i bisogni umani individuali e sociali.
Attraverso questa analisi potrà poi identificare i vantaggi che il prodotto offre all’uomo, che problemi risolve o che obiettivi aiuta a raggiungere.

In ultima analisi potrà elaborare i modi migliori per comunicare le prerogative del prodotto/servizio per “educare” i possibili clienti e aumentare il loro grado di consapevolezza rispetto all’utilità del prodotto.

Inutile sarebbe vendere cappotti in spiaggia ad Agosto.

Il marketing ha proprio il compito di capire cosa serve a chi e quando, con quale urgenza e intensità, attraverso quali canali è più efficace elencare le caratteristiche e i vantaggi offerti.

LE PERCEZIONI

“Nel marketing le percezioni sono più importanti della realtà, perché influenzano il comportamento d’acquisto dei consumatori”.

Questa frase di Philip Kotler  (se non sai chi sia clicca qui) indica chiaramente quanto sia importante creare un immagine intorno al brand così che le persone inizino ad apprezzare il prodotto per ciò che percepisce dalla comunicazione generale prima ancora di acquistarlo.
Slogan, contenuti social, recensioni, packaging. Ogni cosa concorre a migliorare le percezioni del consumatore.

I CONTENUTI

Per questo un buon brand deve produrre contenuti diversi per raggiungere l’obiettivo finale, la vendita appunto.

  1. Contenuti di intrattenimento o per usare un termine tecnico… di cazzeggio.
  2. Contenuti acchiappa reach, ovvero contenuti leggeri ma condivisibili “senza impegno”, come aforismi, citazioni o accade oggi.
  3. Contenuti di informazione, di approfondimento rispetto a temi affini al prodotto e quindi alle esigenze del lead.

Le persone usano il web con leggerezza, vogliono contenuti leggeri da condividere con i propri amici.
Alcuni usano il web per saperne di più riguardo a qualcosa.
Approfondisci per loro.
La restante parte desidera comprare (preferibilmente da chi gli ha donato qualcosa prima). Vendi.

COME I CONTENUTI GENERANO CLIENTI

I contenuti hanno lo scopo di generare nuovi contatti prima, mantenere l’attenzione al prodotto in un secondo momento (puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo che parla di Inbound Marketing Strategy).
Una volta generato un lead, ovvero un utente che in qualche misura ha compiuto un gesto di interesse verso il brand (mi piace, condivisione, commento, visita al sito…) è importante pianificare un sistema di “nutrimento”, ovvero la diffusione di contenuti utili e spendibili che nutrano il nuovo rapporto tra il brand e il lead.
Fiducia, gratitudine, divertimento, emozione sono gli ingredienti più efficaci per “riscaldare” il lead e trasformarlo in un prospect, ovvero un utente che mostri palesemente interesse verso il prodotto e ne faccia esplicita richiesta (preventivo on-line, richiesta appuntamento o consulenza).

A questo punto tutte le qualità dell’azienda devono venir fuori per trasformare il prospect in cliente.
Ricordi tutti gli elementi citati all’inizio dell’articolo?
Ogni conversazione, mail, messaggio, automazione, tempo di risposta, concorre alla vendita e ad allungare la “vita” del cliente.
Un cliente molto soddisfatto è un cliente che tornerà ad acquistare presto o tardi.

Tutto è Vendita. Tutto è Marketing

Adesso però sai che non ha alcun senso “sparare” promozioni sulla folla.
È più produttivo e – credimi – meno faticoso identificare pubblico affine e interessato e “accompagnarlo” alla cassa quando sarà pronto per acquistare.

Perché se il tuo prodotto è davvero di qualità, utile, risolutivo, allora prima o poi qualcuno ne avrà davvero bisogno.
Deve solo sapere che ci sei e sei la prima scelta possibile.

Nazareno Brancatello

Sono uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.


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Instagram (finalmente) fa pulizia. Caccia ai falsi like

Instagram (finalmente) fa pulizia. Addio falsi like

Caccia ai like ottenuti con i BOT per creare fake influencer

Ho aperto il mio profilo Instagram nella primavera del 2012.

Eravamo agli esordi del social nato da un paio di anni appena.
Lo stream era ricco di fotografie meravigliose che – ahimè – ai tempi non potevo apprezzare e oggi un po’ rimpiango.
Instagram non apparteneva ancora all’universo Facebook ed era luogo di ritrovo di fotografi e professionisti dell’immagine.
Gli utenti lo utilizzavano per generare portfolio e promuovere le proprie opere.

Iniziai ad utilizzare il mio Instagram come un raccoglitore di scarsa qualità, con foto mascherate da filtri d’ogni tipo.

Un po’ come una donna attempata e non troppo affascinante che tenta attraverso il make up di apparire bella e seducente.
Così erano le mie foto. Ma in fondo lo erano quelle di tutti gli utenti che tra il 2012 e gli anni a seguire cominciarono a popolare il social.

Niente selfie, niente storie demenziali, niente foto allo specchio del bagno.

Io appartengo a quell’ondata di utenti che ha sporcato e reso banale uno strumento davvero ben fatto.

Si, mi batto il petto e riconosco le mie colpe.

Instagram 2.0

Poi Mark Zuckerberg si accorse di quell’app che faceva trend e tirava orde di ragazzini indemoniati, desiderosi di pubblicare selfie compulsivamente.

Più Instagram cresceva più i professionisti della fotografia lo abbandonavano, più me ne disinnnamoravo.
Avevo persino acquistato un libro per comprendere come avere successo con Instagram.
La logica degli hashtag e il principio di generosità che vi sta(va) alla base.

Più imparavo più mi rendevo conto che il social network delle foto non era più ciò che stavo studiando. Probabilmente non era più ciò che chi lo aveva creato avrebbe voluto.

Una giungla di contenuti di scarsissima qualità, una difficoltà quasi insormontabile a costruire una community di follower seria e interessata, l’orda di di hashtag dispensati senza logica su ogni foto.
Difficile fare nurturing, difficile generare prospect profilati, quasi impossibile mantenerli e convertire.

Foto di gattini con hashtag inerenti al marketing, seni scoperti con citazioni di saggezza orientale e una montagna di mi piace.
L’ascesa del porno e l’avvento di storie semplicemente demenziali mi hanno aperto gli occhi.

Instagram con le sue logiche non era il luogo giusto per me e i miei clienti. Quantomeno non il luogo ideale per avere il massimo col minor sforzo possibile.

Ho deciso per questo di limitarmi ad un uso personale – e senza eccessi – dello strumento.
Almeno fino a che le cose non fossero cambiate.

LE COSE (FORSE) STANNO CAMBIANDO

È fresca la notizia, freschissima.

Grazie alla revisione in atto sull’algoritmo, il team di Instagram sta facendo epurazione in grande stile.

Via like commenti e follower ottenuti attraverso bot e app esterne o peggio ancora Vending machine.

Già qualche mese fa il social era stato oggetto di profonda pulizia da profili fake, mentre è di qualche anno fa l’iniziativa di “oscurare” i contenuti che riportassero hashtag offensivi, razzisti, esplicitamente sessuali o eccessivamente abusati al punto da renderli inutili.
Perchè se l’hashtag è il filo rosso che collega profili e contenuti affini ad un preciso argomento in tutto il network, il suo abuso rappresenta invece la non connessione, il caos. Ovvero il contrario di ciò che gli hashtag dovrebbero generare.

Attraverso un comunicato stampa, Instagram ha dichiarato guerra ai profili che hanno accresciuto la propria influenza e rete di follower attraverso l’uso di software di terze parti.
Senza contare le applicazioni che innescavano una vera e propria compravendita di follower (“segui 100 profili e a tua volta otterrai 10 follower reali” o ancora “come ottenere 1000 follower reali” sono slogan tipici di questi servizi).

In sostanza la battaglia è ai finti influencer, utenti che hanno acquisito migliaia di follower senza pubblicare contenuti interessanti né utili.
Un finto premio per finti meriti.

INFLUENCER MARKETING

La chiarezza rispetto alla reale influenza di un profilo è fondamentale per quelle aziende che su Instagram fanno marketing seriamente.

È giusto investire per ingaggiare influencer con migliaia o milioni di follower se la maggior parte di questi sono falsi o generati con un bot?

I ragazzi di oggi si affermano e alimentano la loro autostima in modo proporzionale ai like o ai follower che riescono ad ottenere. A qualunque costo, pur di apparire interessanti e di successo.

Sono tantissimi a delegare a terze parti la daily routine che dovrebbe essere ricca di relazioni umane, di input e feedback. Pre impostano il numero di like da mettere durante la giornata e quali profili seguire per recapitare una notifica all’utente (che a sua volta dovrebbe ricambiare il gesto) e poi, a distanza di qualche giorno, revocare l’azione.
Dei veri e propri robot che svolgono il lavoro al posto dell’utente reale.

Molti utenti tendono a spendere soldi in app di terze parti per acquistare follower, likes, commenti e visualizzazioni, per mostrare ai propri follower e a chi sta pensando di diventarlo, l’influenza che hanno sul social network.

Mostrare i muscoli, anche se sono di cartone.
Ho reso l’idea?
È la nuova riprova sociale, quella effimera sensazione di notorietà, anche se non corrisponde ad una reale cerchia di seguaci.

Nulla di grave, se non fosse che sull’influencer Marketing piccole e grandi aziende costruiscono intere strategie di marketing.

Era arrivato il momento di mettere un po’ di ordine a questa giungla.

BYE BYE FAKE INFLUENCER

La stessa Chiara Ferragni, Regina degli influencer (hai letto il nostro articolo su Chiara?), è stata recentemente al centro di un social gossip, promosso da Rolling Stone (leggi qui l’articolo) che aveva dimostrato che parte dei suoi follower – circa il 35% – fossero profili di dubbia originalità. Nel loro articolo c’è un’interessantissima analisi su come i nuovi vip acquistino followers con pochi dollari, per aumentare (lo fanno davvero?) la propria reputazione online.

Non che funzioni, ma vedere un vip con molti follower rafforza la leadership del personaggio.

Ciò che è certo è che l’attività di pulizia porterà qualche migliaio di sedicenti influencer a ritrovarsi con un ingente numero di follower inferiore e molto probabilmente a perdere alcuni degli sponsor che erano riusciti ad ottenere.

Sono tanti gli influencer che ottengono prodotti premio, servizi da testare, omaggi e tanti altri benefits in cambio di un po’ di visbilità allo sponsor nella propria bacheca.

Influencer e Ambassador del weekend hanno le ore contate, se l’algoritmo farà il suo dovere.

“Sin dai primi giorni di Instagram , abbiamo rilevato automaticamente e rimosso account falsi per proteggere la nostra community.
L’aggiornamento di oggi è solo un altro passo per mantenere Instagram una vivace comunità in cui le persone si connettono e condividono in modo autentico. Nelle prossime settimane avremo più aggiornamenti su ulteriori misure che stiamo prendendo per affrontare attività non autentiche su Instagram.”

Mi auguro che le promesse vengano mantenute.

Nazareno Brancatello

Sono uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.