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Creare contenuti di qualità per il sito del tuo ristorante

A cosa serve creare contenuti di qualità per un ristorante? E soprattutto a cosa ci si riferisce quando si parla di qualità dei contenuti sul web? Si tratta di contenuti autorevoli o semplicemente scritti bene?

In media stat virtus, direbbe Aristotele. La risposta sta nel mezzo.

I buoni contenuti nel web sono quellinsieme di testi, parole, post sui social e anche video e foto che contengono informazioni utili e di valore” per chi le legge. Sono contenuti sì scritti bene, ma anche autorevoli.

Non serve essere laureati ad Harvard o scrivere in modo eccellente stando attenti solo alla correttezza grammaticale (cosa fondamentale, eh!), piuttosto si tratta di raccontare qualcosa con l’obiettivo di conquistare i tuoi interlocutori.

Fare content marketing significa tirare una linea di confine molto sottile tra due termini tutt’altro che sinonimi: pubblicizzare e promuovere.

Nel primo caso chi parla diffonde un messaggio in modo puramente commerciale, nel secondo invece si tratta di raccontare unazienda parlando dei suoi valori, descrivendone le esperienze, proponendo soluzioni a problemi di varia natura.

In poche parole si tratta di coinvolgere il lettore comunicando qualità, tue e del tuo ristorante.

Cos’è il content marketing

Darlene Rondeau definisce il content marketing “una tecnica di marketing per ideare, creare e distribuire contenuti di valore, rilevanti e coerenti, per attrarre e acquisire una definita Audience, con l’obiettivo di guidarla verso un nuovo ruolo di cliente”.

È proprio questo che fa un contenuto sul web, riesce a convertire il lettore in cliente, incuriosendo, affascinando.

Ovviamente non può essere il tuo unico strumento di marketing, ma va inserito all’interno di un progetto più ampio di digital marketing che coinvolge il tuo ristorante.

Il content marketing per il food è un elemento trasversale che va applicato in modo coerente e strategico in tutte le piattaforme che sceglierai di utilizzare per comunicare la tua attività imprenditoriale, dal sito web al blog aziendale, dai social alle newsletter degli eventi.

Ti starai chiedendo: da dove si comincia? Di cosa devo parlare sul sito web del mio ristorante? Prima di capire cosa scrivere, fai un passo indietro. Serve una strategia, una pianificazione per capire quali contenuti distribuire nel web e in che modo.

Dividiamo dunque il content marketing in tre fasi: idea, creazione, distribuzione.

Fase 1 – Strategia: come progettare contenuti di qualità

La prima fase di lavoro risponde a una domanda ben precisa che ti dovrai porre per non perdere di vista il tuo obiettivo: “A cosa mi serve questa azione?”.

Rispondendo a questa esigenza, andrai quindi a decidere le strategie da mettere in atto, gli strumenti e le tattiche da utilizzare, i media da sfruttare e le risorse umane da impiegare per portare il tuo ristorante sul web.

In base alle strategie avrai modo di individuare il tuo interlocutore, definendo il linguaggio e il tono di voce con cui parlargli. Quindi dovrai scegliere gli argomenti (topic) di cui parlare, con quale frequenza pubblicare i contenuti e in che modo creare quel coinvolgimento che è anche l’obiettivo della tua comunicazione aziendale. In poche Parole ti servirà un PED.

Un piano editoriale digitale è lo strumento da cui partire per organizzare e calenderizzare i contenuti, scegliere strumenti e tools per cercare e personalizzare le immagini e i video, gli editor di testo per scrivere gli articoli, le fonti da cui attingere per approfondire e confutare.

Oltre la strategia attenzione alle tattiche, tutti gli elementi che ti serviranno per veicolare altri messaggi sempre inerenti alla tua attività. Parliamo ad esempio di eventi organizzati nel tuo ristorante, incontri e degustazioni, ma anche contest sui social per rendere virale un post, o almeno provarci.

Dove vuoi distribuire i contenuti? Sicuramente sul tuo sito web, al cui interno dovrai ospitare un blog aziendale. Non dimenticare poi i social, scegliendo quelli che più fanno al caso tuo, o più al caso dei tuoi migliori clienti.

Fase 2 – Creazione contenuti: come scrivere contenuti di marketing

Se la fase 1 della strategia e del PED sono imprescindibili, La fase 2  di content creation è quella che richiede il maggior dispendio di energie e risorse, perché è il vero momento operativo in cui ti troverai a tu per tu con il magico mondo del content marketing per il food. Creare contenuti per il proprio sito non significa solo scrivere articoli per il blog o post per Facebook, vuol dire anche produrre supporti visual (foto e video) o registrazioni (ad esempio un podcast).

Gli argomenti di cui parlare possono essere infiniti. La foto di un piatto, un articolo di approfondimento sulle materie prime utilizzate nel tuo ristorante, un video su una lezione di cucina, un podcast in chiave scientifica sui benefici nutrizionali di determinati ingredienti (Hai mai pensato di usare la tecnica ASMR per i tuoi piatti?)

“Come faccio a capire se ho creato dei contenuti di qualità?

L’obiettivo non è essere perfetti, bisogna essere coerenti.

Mettiti sempre dalla parte del tuo lettore ideale, ritorna più volte sullo stesso pezzo, non avere fretta e rileggilo ad alta voce.

Puoi anche identificare un tester, qualcuno che rappresenti bene i tuoi valori e che potrebbe essere un tuo cliente, che possa darti un feedback sincero su ciò che produci. Infine chiediti:

  • Il mio contenuto è esteticamente attraente?
  • Il messaggio è chiaro e diretto? Arriva al cuore di chi lo legge?
  • La formattazione agevola la lettura, è semplice e intuitiva?
  • La parte grafica è in linea con il mio brand?
  • Sono riuscito a raccontare la storia e i valori del mio ristorante?

Fase 3 – Distribuzione: come promuovere contenuti per il web

Il tuo contenuto è pronto. Lo hai letto più volte, hai controllato che ogni cosa sia al posto giusto e adesso sei pronto per pubblicarlo. Renderlo visibile sul tuo sito web però non è sufficiente, oggi gli algoritmi e i motori di ricerca sono spietati. La quantità di contenuti sul web distrae i tuoi potenziali clienti. Se vuoi fare una buona distribuzione, devi ricorrere alla promozione.

Promuovere contenuti sul web vuol dire:

  • Condividere: programma l’uscita del tuo contenuto attraverso post sugli account del tuo ristorante sui social network
  • Misurare: analizza i risultati del tuo lavoro attraverso strumenti di web e social analytics
  • Curare: interagisci con la community, modera i commenti, monitora le interazioni e i like, rispondi alle recensioni e ai feedback
  • Amplificare: condividi il link al tuo contenuto su altri social, gruppi social tematici, forum e altri siti, includilo nella newsletter o proponilo a siti e riviste di settore
  • Rilanciare: riproponi lo stesso contenuto a scadenza prestabilita, crea degli appuntamenti in cui rilanciare i contenuti che hanno avuto maggiore diffusione.

In Conclusione

Mettere in atto tutto questo non è semplice, nessuno può riuscirci senza dedicarci il giusto tempo o coinvolgendo qualche competenza specifica. Ma se riuscirai a comprendere il valore di ognuna delle fasi descritte, avrai compiuto il passo più importante per te e per il tuo ristorante, quello della consapevolezza.

Ciao, sono Nazareno, uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.


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Come rispondere alle recensioni negative

Ecco come rispondere alle recensioni negative, senza perdere le staffe, per trasformare una crisi online in un’opportunità di ottenere nuovi clienti.

Se hai dei canali social attivi può dare un bel boost al tuo marketing.
Dovrai però fronteggiare un fenomeno legato a filo doppio con la nostra generazione e che rappresenta un incubo soprattutto per ristoratori e operatori HoReCa.

Hai una nuova recensione...

Eccola! La notifica che ti avverte che qualcuno ha appena recensito la tua attività sul web.

Che sia Facebook, TripAdvisor o qualsiasi altro portale, la prima cosa che devi fare è respirare profondamente e prendere le distanze dal testo.

Probabilmente pensi o speri che lavorare duramente con passione e sacrificio ti metta al sicuro dalle valutazioni negative. La verità purtroppo è che siamo tutti alla mercé di una possibile recensione negativa, che tuttavia non toglie nulla al buon lavoro fatto, se non nella tua testa.

Ho cenato in questo ristorante per la prima volta ieri sera ma non penso tornerò. Ho aspettato un’eternità per un semplice piatto di pasta. Buono e ben cucinato,  ma non vale certo l’attesa. Sconsiglio

Il primo suggerimento è quello di non avere fretta.
Non è una gara né esiste una scadenza per rispondere. Prenditi del tempo per valutare il tono, le parole, ma soprattutto pesare bene la recensione per capire quali punti di quest’ultima meritino una replica e cosa potrebbe essere semplicemente esagerato perché dettato da un malcontento generale.

Prenditi il tempo necessario per distaccarti dalle emozioni negative generate dalla recensione. Se non ci riesci, lascia rispondere qualcun altro, meno o per nulla coinvolto nella tua attività. Saprà essere più equilibrato.

Il perché sto per spiegartelo, ma questa è la ragione per cui molte attività hanno un addetto alle pubbliche relazioni o, nel caso dei social, un social media community manager. D’altronde il community management è l’attività principe delle tue relazioni sociali (leggi qui l’articolo)

È la tua prima recensione negativa?

Forse la prima è la più dura da mandar giù. Sporca la tua bacheca intonsa, sgretola quella media stellare che avevi ottenuto con duro lavoro, insinua il dubbio che tu possa essere imperfetto. Beh… cosa c’è di male in fondo?

A tutti è concesso sbagliare – meno tolleranza per un chirurgo in sala operatoria – e a meno che tu non abbia avvelenato i tuoi commensali, non c’è torto che non possa essere riparato e non c’è cliente che non possa essere recuperato.

Se sei davvero bravo nel tuo lavoro, una sola recensione negativa probabilmente renderà ancora più credibili quelle positive, perché nessuno di noi può essere perfetto. Nemmeno tu.

Dovrai comunque fare alcune distinzione di contenuto prima di dare un peso alla risposta che fornirai. Perché naturalmente, risponderai. La recensione negativa è relativa alle qualità del piatto, o sotto inchiesta è il servizio? Si tratta di una valutazione negativa di un evento estemporaneo o accidentale, o su qualcosa che caratterizza quotidianamente il tuo ristorante?

Decidi come rispondere alle recensioni negative, non se rispondere

È fuor di dubbio che risponderai. Devi farlo, per due ragioni fondamentali.

La prima è che in qualsiasi giudizio, ognuna delle due parti ha diritto di replica e di difendersi. Se qualcuno da inizio ad una gogna digitale, dovrai pur avere il diritto di intervenire.

La seconda è che la recensione negativa non ha alcun peso, ne ha invece il fatto che da adesso in poi chiunque potrebbe leggerla e farsi una sua idea.

Sarà un’idea parziale se non fornirai il tuo punto di vista motivandolo. Non sto parlando di esimersi dalle responsabilità. Piuttosto dimostrare, all’autore della recensione e ai futuri lettori, che hai la testa sulle spalle e sai gestire i momenti di difficoltà con trasparenza e senso del dovere. Questo presuppone che tu ti impegni ad ascoltare, ovvero a leggere cercando di comprendere le reali intenzioni e i sentimenti dell’autore

Non va escluso nemmeno che una recensione negativa ti dia spunti preziosi per correggere cose che non hai mai avuto il tempo di notare. In quel caso, sarà opportuno ringraziare l’utente, persino premiarlo.

Pare che oltre il 90% degli utenti che leggono le recensioni, si concentrino su quelle negative e in particolare su quelle con replica della direzione.

La notizia davvero interessante? Sempre secondo il sondaggio, le persone sono più incentivate a provare un ristorante che offre risposte misurate alle recensioni negative.

Te l’ho detto, alla gente piacciono i professionisti con la testa sulle spalle.

Rispondere è un’abitudine, non una reazione

Va detto che l’attività di controllo e risposta alle recensioni andrebbe fatta regolarmente, sia per quelle positive che negative.
Rispondere solo a quest’ultime può dar l’impressione che ti interessino solo le opinioni contrarie alla tua, non riconoscendo la giusta attenzione a chi invece spende il suo tempo per elogiarti. Non è mica un dovere encomiarti pubblicamente.

Rispondendo a tutte le recensioni, dimostrerai di avere a cuore la tua reputazione, e di utilizzare lo stesso tatto nel bene e nel male.
Gli utenti sono abbastanza intelligenti e smaliziati poi per capire quando una recensione è falsa e scritta da qualcuno che non è mai stato nel tuo ristorante. Basterà una replica che ne evidenzi l’infondatezza per insinuare più di un dubbio nei lettori. Questo può già essere sufficiente a disinnescare una finta recensione.

Non usare questo approccio con recensioni negative vere. È un boomerang che ti torna indietro, dritto in faccia.

È arrivato il momento di rispondere

In altri blog ti diranno di rispondere brevemente. Si, ma non per forza.

In generale è bene evitare di rispondere colpo su colpo, ad ogni affermazione della recensione. Il mio consiglio però è quello di identificare il problema originale, ovvero il “cosa” abbia scatenato l’insoddisfazione, ritenendo eventuali altre critiche come naturali conseguenze del sentimento negativo. A quel punto sarà più facile trovare una soluzione.

Accarezzare, scusarsi, ringraziare…e rimediare

Manifestare dispiacere piuttosto che disappunto è il miglior inizio. Subito dopo, ricalcare il disagio provato dal cliente vuol dire trasmettergli la sensazione che hai compreso pienamente cosa volesse comunicarti. 

Un esempio ?

Gentile Alessandro, mi dispiace davvero che tu abbia dovuto attendere il tuo ordine più di quanto avremmo voluto e mi scuso a nome di tutto lo staff. Sono felice che tu abbia mangiato bene ma so anche che se avessi atteso meno, probabilmente il tuo giudizio sarebbe stato migliore”.

Non attacchiamo il povero Alessandro, piuttosto facciamogli subito comprendere che la sua esperienza negativa non era voluta né è prassi.  Il suo umore poi potrebbe aver pregiudicato anche il giudizio sul piatto.

Se credi che non ti verrà spontaneo, sappi  che non ha la minima importanza. Conta quello che la gente leggerà, anche a distanza di anni.

I guru della comunicazione chiamano questa tecnica stroke, ovvero “carezza” o “pacca”, il miglior modo per stemperare e porre la comunicazione su un piano più…affettuoso?

Il terzo passo

Adesso dobbiamo dimostrare ad Alessandro che non solo la sua opinione conta per noi, ma che abbiamo intenzione di prenderla seriamente.

Ti ringrazio per il feedback che mi stai fornendo. Mi sono subito confrontato con il direttore di sala per valutare se può essere fatto qualcosa affinché la tua esperienza non si ripeta in futuro”.

Se l’utente ha scritto una recensione, prendendosi la briga di togliere quel tempo ad altro, molto probabilmente vuole sentirsi protagonista di qualcosa. Concediamogli i suoi 5 minuti di gloria.

Che poi, magari è vero che un bel briefing con il team potrebbe dare spunti interessanti, no?

Ricorda, stiamo analizzando una recensione negativa reale, di un cliente che davvero potrebbe aver patito un disservizio. Questa non è la guida su come furbescamente sminuire le recensioni, ma un supporto su come non rendere ancor più dannose quelle legittimamente negative.

Infine rimediare

Come ti ho scritto prima, dovrai valutare se la recensione mette in luce un problema occasionale o meno.

Alessandro potrebbe aver patito il ritardo a causa del fatto che quella sera uno dei tuoi camerieri era assente per malattia. Diciamoglielo, siamo esseri umani.

Sfortunatamente l’assenza di un collaboratore in malattia ci ha costretti a qualche sforzo extra, generalmente prestiamo grande attenzione alla celerità del servizio”.

Abbiamo fatto quasi tutto. Dopo la carezza, le scuse e i ringraziamenti, gli abbiamo anche fornito una ragione per essere meno severo con noi e darci una seconda chance.

È arrivato il momento di premiarlo.

Perché?
Perché è un eroe, caspita!

Ci ha dato un feedback, ci permette di saperlo – pensa a tutti quei clienti che scontenti non scrivono nulla ma non torneranno mai più nel tuo ristorante – e soprattutto di rimediare.

Oltre ad accettare le nostre scuse, vorrei caro Alessandro che alla tua prossima visita tu possa rimanere sorpreso del servizio. Non posso cambiare la tua esperienza passata ma posso impegnarmi perché la prossima sia migliore, anche con un piccolo omaggio che sarò lieto di riservati.

Ti basteranno due calici di bollicine all’arrivo, o offrire il dessert ad Alessandro e la sua accompagnatrice, per mettere una bella pietra sopra l’accaduto, recuperare un cliente che – posso garantirtelo – tornerà ancora e ancora, e soprattutto per offrire ai futuri lettori un’immagine eccellente di te e della tua attività.

In conclusione

Sono tre le qualità fondamentali per rispondere alle recensioni negative.

  1. Il tempo, necessario a valutare con equità, verificare l’accaduto e pesare le parole nella risposta.
  2. Il controllo, per evitare che sentimenti di rabbia e insoddisfazione si trasformino in parole taglienti che allontaneranno gli utenti più di quanto non avrebbe fatto la recensione.
  3. Infine l’ascolto, la capacità e la volontà di comprendere quali stati d’animo si nascondano dietro una valutazione online.

Se pensi che ti manchi una o tutte queste qualità, puoi valutare di affidare il compito ad un addetto alle relazioni pubbliche o un’agenzia che gestisca i tuoi canali social.

Ciao, sono Nazareno, uno dei BBrothers.
La mia giornata si (s)compone tra letture, strategie digitali, test, scrittura, social media e slide.
Sono un sognatore con i piedi per terra. Mi impegno per essere un punto di riferimento credibile per il mio staff e i miei clienti.
Mi occupo principalmente di copywriting e di tutte le attività editoriali del team.
Imparo ogni giorno qualcosa di nuovo sul marketing digitale che metto a disposizione dei miei clienti.


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Come progettare il menu per il tuo ristorante

Online e non, le regole per creare un menu per un ristorante

In questo articolo abbiamo analizzato l’importanza di un sito internet e gli step necessari per progettare una piattaforma efficace.
Bene, hai realizzato il tuo sito web, hai portato nel mondo virtuale la tua attività di ristorazione. E adesso? Adesso è il momento di progettare e costruire il tuo menu online. Creare un menu per un ristorante è un passaggio fondamentale e imprescindibile per la costruzione stessa del tuo progetto imprenditoriale.

1. Il menu è il tuo strumento commerciale

Immagina di entrare in un locale. Cosa ti aspetti di avere tra le mani una volta accomodato al tavolo?
La risposta è quasi scontata: il menù, mi sembra ovvio.

Lo stesso tipo di ragionamento devi applicarlo al web. Come per il menu offline, anche quello da costruire per il sito web del tuo ristorante è il tuo biglietto da visita, rappresenta l’interfaccia del tuo brand oltre che l’unico vero supporto alla vendita. Non a caso è anche la pagina più visualizzata nei siti di ristorazione.
Giusto per fare un parallelismo a te familiare, il menu rappresenta l’ingrediente principale della tua identità, quindi della tua comunicazione.

Non mi sento di spendere ulteriori parole per sottolineare l’importanza di avere il proprio menu all’interno del sito.

D’altronde se stai leggendo un articolo sulle regole da conoscere per creare un menu per il ristorante online, sarai d’accordo con me su questo punto.

Probabilmente i tuoi dubbi sono altri e assai più complessi:

  • Dovrò aggiornare con frequenza il menu sul mio sito?
  • Devo mettere i prezzi, indicare gli ingredienti? 
  • Quanti piatti devo proporre?

Sono queste le domande che ti frullano in testa in questo momento, immagino. Niente panico, continuando la lettura vedrai che tutto ti sarà più chiaro e probabilmente al termine avrai preso una decisione riguardo al menu online del tuo ristorante.

2. I tipi di menu

Distinguiamo due tipi di menu, online e offline.
La principale differenza tra i due consiste nella componente tattile, di cui ti dovrai preoccupare solo per il menu cartaceo/offline.

Attenzione dunque alla scelta della carta, alla qualità di stampa e alle eventuali nobilitazioni.  scegli un Porta Menu resistente, anti-macchia e anti-graffio. I tuoi ospiti – e i loro polpastrelli – apprezzeranno.

Il menu online deve essere leggibileresponsive e facilmente aggiornabile. Ricorda sempre che le pagine web sono fruibili da vari dispositivi con caratteristiche diverse, assicurati quindi che la pagine del tuo menu sia visualizzabile su ogni device.

Ricorrere ad un file Pdf da scaricare potrebbe essere un giusto compromesso tuttavia sconsigliamo tale pratica: risulterà difficile posizionare la pagina nei motori di ricerca. Preferisci invece il menu in Html che garantisce un layout accattivante e anche stampabile all’occorrenza. Al suo interno dovrai prevedere anche una call to action, superflua offline ma imprescindibile online.
Un pulsante che inviti l’utente a fare un’azione. Quale? Quella che tu desideri e per la quale hai creato il menu: prenotare un tavolo!

Un buon trucco da adottare per facilitare l’aggiornamento dei menu consiste nel progettare due tipi di menu: uno à la Carte, da rinnovare stagionalmente, e un menu del giorno da modificare frequentemente.

Il segreto per ideare e progettare un menu, qualunque sia la sua destinazione è l’equilibrio: un menu troppo ricco confonde, uno povero e senza accenti rischia di mettere in evidenza la poca fantasia dello chef, e non solo quella.

Quanti piatti? “Less is more” è un buon mantra purché non si esageri. Più un menu è essenziale, fatto di pochi elementi ma ben strutturati e ben disposti nello spazio, maggiore è la possibilità di aumentare i tuoi profitti.

Cadere nella tentazione di inserire tutti i piatti preparati nel tuo ristorante è molto facile, soprattutto se hai tante idee ma confuse. Non ti dirò quindi cosa è meglio scegliere per il tuo ristorante, ma sicuramente posso metterti in guardia dagli errori più comuni da cui stare lontano:

  1. Progettare un menu troppo lungo o troppo corto: Un menu pieno di piatti di ogni tipo confonde gli ospiti; al contrario un menu striminzito con pochi piatti è facile da gestire per chi lo progetta, ma rischia di annoiare i clienti, soprattutto quelli affezionati.
  2. Creare un menu senza regole: c’è dentro un po’ di tutto e senza un filo logico. Se il tuo obiettivo è massimizzare i profitti, devi farlo con criterio. Il potenziale cliente se ne accorge e scappa.
  3. Seguire le mode del momento, senza criterio: Il menu costruito per stare al passo con i tempi è molto rischioso sul medio e lungo termine, perché le tendenze vanno e vengono.
  4. Il menu è il tuo ristorante: Gli ingredienti che scegli, la loro provenienza o esclusività, il livello qualitativo, sono loro a determinare il “carattere” del ristorante, mai il contrario. Se non saprai selezionare portate coerenti, non riuscirai a trasmettere mai un’identità certa.

Come si scrive un menu? Non esistono regole ben definite. Molto dipende dal contesto di vendita, dalla tua identità di brand, da come ti posizioni (o vuoi posizionarti) rispetto al mercato alla concorrenza.

Ecco quindi alcune linee guida per poter organizzare i contenuti in modo equilibrato:

  1. Dividi i piatti in macro aree, suddivise in base alle portate senza creare sbilanciamenti tra primi, antipasti, secondi e dessert. A chi servono 10 contorni se proponi 3-4 secondi tutti di carne?
  2. Metti poche voci per ogni portata. Non confondere i commensali che su tutto vogliono rilassarsi.
  3. Scrivi descrizioni accattivanti che facciano venire l’acquolina in bocca. I piatti che saltano più all’occhio sono proprio quelle descritte in modo dettagliato, con termini semplici e comprensibili.
  4. Se non hai ben chiaro il costo di produzione di ogni piatto – va detto che dovrebbe essere l’informazione più preziosa di cui disponi –  o la marginalità o l’incidenza sui ricavi, non ricorrere semplicemente ad un ordine decrescente per costo del piatto. Visivamente induce l’ospite a valutare il piatto per prezzo e non per qualità o ingredienti. La scelta? È probabile che ricada su un piatto  nella prima metà della lista.  in attesa che tu definisca le informazioni sul food cost della tua cucina, prova a mettere i piatti che preferisci vendere al centro della pagina, gli altri prima o dopo nell’elenco, ma evita l’ordine di prezzo.
  5. Utilizza un colore che sia in linea con la tua identità di marca
  6. Usa un font leggibile, senza inutili fronzoli, capace di attrarre. L’eleganza di una donna non risiede certo nel make up, no?

Gli esperti di menu engineering hanno osservato che i clienti generalmente leggono il menu secondo l’incidenza culturale. Gli occidentali ad esempio, tenderanno sempre, in qualsiasi parte del mondo, a leggere il menu dall’alto verso il basso, dalla pagina sinistra a quella destra. Puoi tentare distribuzioni diverse, ma non è detto che l’originalità o la stravaganza verranno premiate a tavola. Se vuoi mettere qualcosa in evidenza un buon espediente sono i box, entro cui descrivere il piatto dello chef o la portata per cui il ristorante ha acquisito notorietà. Questo può aiutarti a decidere dove piazzare le portate che maggiormente ti caratterizzano o sulle quali ottieni maggiore profitto, o ancora dove posizionare informazioni rilevanti sulla tua identity o suggerimenti su come abbinare portate e vini per vivere un’esperienza enogastronomica perfetta.

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Ciao, sono Gabriele, uno dei due bbrothers.
In America sarei un full-stack marketing manager.
In Italia aiuto le aziende a creare la propria identità, raccontare la loro storia e comunicare con i propri clienti.
Il mio obiettivo è riuscire a fornirti gli strumenti che ti permetteranno di acquisire autorevolezza sul tuo mercato di riferimento. A volte ci riesco, altre pure!